La brutalità dei Chapitos

Secondo un atto d’accusa recentemente rilasciato dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, i figli del famigerato signore della droga Joaquin “El Chapo” Guzmán, all’ergastolo in una prigione di massima sicurezza in Colorado, e i loro soci del cartello hanno usato cavatappi, elettrocuzione e peperoncini piccanti per torturare i loro rivali mentre alcune delle loro vittime che, vive o morte, venivano poi gettate in pasto a delle tigri.

Gli accusati sono Ovidio Guzmán López, Jesús Alfredo Guzmán Salazar e Iván Archivaldo Guzmán Sálazar, noti come Chapitos: tra i 28 membri del Cartello di Sinaloa (o del Pacifico) accusati, dopo lunghe indagini, di traffico di fentanyl, la droga che “uccide in un solo respiro”, un analgesico con una potenza di almeno 80 volte superiore a quella della morfina, una droga più economica dell’eroina e che negli ultimi anni sta falciando milioni di vite di ridotte a viverne gli ultimi istanti come zombi.

Il dipartimento di Giustizia ha accusato i membri del cartello di gestire “l’operazione di traffico di fentanyl più grande, più violenta e più prolifica al mondo” e di aver utilizzato brutali metodi di tortura ed esecuzioni per estendere il potere e intimidire i nemici. Secondo l’accusa, i Chapitos avevano trasformato un loro ranch in un campo di tortura, dove hanno detenuto trafficanti di droga rivali, agenti delle forze dell’ordine e membri fedeli ad altre fazioni del cartello: “Una volta che le informazioni sono state ottenute da questi prigionieri, in genere attraverso la tortura, questi individui sono stati uccisi – da o sotto la direzione degli stessi Chapitos – e i corpi sono stati eliminati. Mentre molte di queste vittime sono state uccise, altre sono state usate, vive o morte, come cibo per le tigri”.

Secondo i pubblici ministeri federali, due dei figli di El Chapo erano coinvolti nella cattura e nell’omicidio di due agenti delle forze dell’ordine federali messicane nel 2017. Uno degli agenti è stato interrogato e ucciso, mentre l’altro è stato torturato di fronte ai figli di El Chapo dai sicari del cartello, noti come “Los Ninis”.

“Per circa due ore, i membri de Los Ninis hanno torturato la vittima, inserendo un cavatappi nei muscoli della vittima, strappandolo dai suoi muscoli e mettendo peperoncini piccanti nelle sue ferite aperte e nel naso” prima di essere ucciso da Iván Archivaldo Guzmán Sálazar, sostiene l’accusa.

La vittima e un suo collega, una volti uccisi, sono stati scaricati vicino a un motel fuori da un’autostrada, vicino al ranch, hanno detto i pubblici ministeri federali. L’accusa prosegue, affermando che i figli di El Chapo hanno utilizzato l’elettrocuzione e il waterboarding per torturare i membri dei cartelli della droga rivali, nonché i soci che si sono rifiutati di pagare i debiti.

In Italia l’uso del fentanyl non è ancora così diffuso come negli Usa (delle 107 mila morti causate da droghe sintetiche nel 2022 il fentanyl ne ha provocati 2/3) o in America Latina, ma il mercato si sta espandendo soprattutto grazie al basso costo, circa 10 euro a dose, e punterà a conquistare una buona fetta del business dell’eroina. Con violenta brutalità. Come ha rivelato il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.

Aggiornato il 25 aprile 2023 alle ore 14:34