La contrapposizione tra le due Coree rimane sempre molto forte e non accenna a diminuire. Nel 2022, la Corea del Nord ha lanciato almeno 95 missili, balistici e di altro tipo. Ha portato a termine sei test nucleari dal 2006 e usato una retorica sempre più bellicista continuando a esaltare i suoi arsenali missilistici e nucleari sempre più potenti. Il suo leader, Kim Jong Un, ha ordinato recentemente un forte incremento dell’arsenale nucleare, inclusa la produzione di grandi quantità di armi nucleari tattiche o di minore potenza, destinate all’uso sul campo di battaglia.
La crescita dei programmi nordcoreani di armi, così come gli interrogativi sull’impegno degli Stati Uniti di difendere la Corea del Sud, spingono Seul a prendere in considerazione la costruzione di proprie armi nucleari o chiedere agli Stati Uniti il rischieramento delle stesse nella Penisola.
I sondaggi di opinione negli ultimi anni hanno dimostrato che la maggioranza dei sudcoreani sostiene la linea del Governo. Infatti, secondo un recente sondaggio, sette sudcoreani su dieci vedono la necessità che l’Esecutivo persegua autonomamente il proprio programma di sviluppo di armi nucleari, poiché sono sempre meno quelli che credono che la denuclearizzazione della Corea del Nord sia una possibilità realistica.
Gli Stati Uniti avevano schierato in Corea del Sud armi nucleari tattiche tra il 1958 e il 1991, per contrastare una potenziale invasione da parte della Corea del Nord ma negli ultimi anni Seul ha sviluppato ampie capacità nazionali nella produzione di missili balistici (Hyunmoo-1 e Hyunmoo-2) e da crociera (Hyunmoo-3) in grado teoricamente di imbarcare testate nucleari.
I sostenitori del rischieramento delle armi nucleari pensano che sia necessario per raggiungere un certo equilibrio nella Penisola, accorciando notevolmente i tempi di risposta a un potenziale attacco nucleare nordcoreano e utilizzando le armi come leva nei negoziati inter-coreani. L’obiettivo degli Stati Uniti resta quello della denuclearizzazione della Penisola coreana. Washington teme che se Seul dovesse costruire il proprio arsenale atomico, potrebbe scatenare una nuova corsa agli armamenti regionali e porre fine a tutte le speranze che Kim Jong-un rinunci alle sue bombe.
Con una mossa che sicuramente irriterà Pyongyang, i vertici della difesa americana e sudcoreana si sono impegnati a “espandere ulteriormente e rafforzare il livello e la portata” delle esercitazioni e dell’addestramento militari congiunti. La Corea del Nord ha sempre considerato e considera tuttora le esercitazioni militari congiunte Usa-Corea del Sud come una prova di invasione, sebbene Seul e Washington ne affermino la natura difensiva.
Nel settembre del 2021, la Corea del Sud è diventata il primo paese non nucleare ad acquisire capacità Slbm (Submarine-Launched Ballistic Missile) e il ministero della Difesa della Corea del Sud ha pubblicato il suo piano di difesa a medio termine 2022-2026 di investimento di circa 81 miliardi di dollari per il rafforzamento delle capacità di difesa e l’acquisizione di missili balistici avanzati.
Sotto il mandato dell’attuale presidente, Yoon Suk-yeol, il ministero della Difesa ha annunciato l’istituzione di un comando strategico per supervisionare il sistema basato su tre pilastri:
– il programma Kill Chain per un attacco preventivo;
– il programma Korea Air and Missile Defense per rispondere più efficacemente alla minaccia rappresentata dai nordcoreani;
– il piano Korea Massive Punishment and Retaliation, un piano operativo per colpire la leadership nordcoreana in caso di conflitto su vasta scala.
Rimane cruciale la cooperazione trilaterale tra Giappone, Stati Uniti e Corea del Sud, che si sono impegnati a seguire lo sviluppo di linee d’azione specifiche per facilitare la condivisione trilaterale dei dati di allarme missilistico, che hanno concordato di discutere in una prossima riunione dei capi della difesa dei tre paesi.
Nel 2022, le relazioni trilaterali tra Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti hanno registrato notevoli miglioramenti, in seguito alle provocazioni nordcoreane e all’elezione di Yoon Suk-yeol, presidente sudcoreano, in carica dal 10 maggio dello scorso anno, che si è impegnato a migliorare le relazioni bilaterali Corea-Giappone.
Il presidente, già in campagna elettorale, aveva chiesto una posizione più dura nei confronti della Corea del Nord, rispetto a quella del suo predecessore, che aveva spinto per un maggiore impegno con il suo vicino di là del 38esimo parallelo.
(*) Tratto da Il Nodo di Gordio e Analisi Difesa
Aggiornato il 09 febbraio 2023 alle ore 11:36