Cure negate a Navalny

Alexei Navalny, in carcere da ormai due anni, non ha accesso adeguato alle cure mediche. Secondo i suoi sostenitori, si tratta di un tentativo del Cremlino di “ucciderlo” lentamente.

L’oppositore russo, durante la giornata di ieri, avrebbe dovuto partecipare in videoconferenza dalla sua cella a tre udienze riguardanti denunce contro le restrizioni prese nei suoi confronti dall’amministrazione penitenziaria. Parlando al giudice ha chiesto il rinvio – che ha ottenuto come confermato dalla sua portavoce Kira Iarmych – per motivi di salute.

Navalny, 46 anni, ha dichiarato di aver dovuto combattere “una feroce lotta” per ottenere l’accesso a “medicinali di base”; inoltre gli è stato rifiutato il ricovero nell’unità medica della sua prigione, situata a 200 km da Mosca. “Ho impiegato quattro giorni per avere un po’ più di acqua calda”.

Due giorni fa, un gruppo di 30 medici russi ha indirizzato al presidente Vladimir Putin una lettera aperta chiedendo che l’oppositore riceva cure adeguate e che si metta fine ai soprusi nei suoi confronti. Il testo della lettera è stato pubblicato su Facebook da uno dei medici, Aleksandr Vanyukov: “Le condizioni di detenzione di Navalny, così come il suo aspetto, ci rendono molto preoccupati per la sua vita e la sua salute”.

Nella lettera si sostiene inoltre che le guardie carcerarie non consegnino le medicine preparate per il dissidente: “Dal punto di vista medico non c’è dubbio che Alexei non stia ricevendo cure sufficienti, ed essere tenuto in isolamento punitivo è assolutamente controindicato nelle sue condizioni. Chiediamo che gli abusi nei confronti di Alexei Navalny vengano fermati, chiediamo che non venga più mandato in isolamento punitivo e anche che sia consentito visitarlo a dei medici civili e che sia ammesso in un ospedale civile per gli esami e le cure che dovrebbero essere richiesti”. 

Aggiornato il 12 gennaio 2023 alle ore 18:28