La Germania inaugura il primo rigassificatore off-shore

La Germania inaugura il suo primo rigassificatore off-shore, ideato per evitare emergenze energetiche e, più avanti, per sostituire le forniture russe, bloccate dalla guerra in Ucraina. Ma la situazione non è del tutto sanata. “È una buona giornata per il nostro Paese”, dichiara Olaf Scholz, il Cancelliere federale della Nazione, sul ponte di una nave a pochi metri dal terminal di Wilhelmshaven (nel Mare del Nord), indossando una giacca giallo fluo.

Nel quadro instabile della crisi energetica, intanto, il Qatar vuole mettersi in una posizione di vantaggio: la petrol-monarchia punta a diventare uno dei principali fornitori di energia per l’Europa e non solo. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha messo in subbuglio i mercati globali, scardinando un equilibrio consolidato solo apparentemente e aumentando i prezzi di tutti i combustibili fossili. Come rileva il New York Times, il Qatar aspira a diventare “l’Arabia Saudita” del gas: un fornitore di energia con riserve vastissime a costi decisamente contenuti. Nel frattempo, la Germania ha già iniziato a tagliare il cordone ombelicale dell’approvvigionamento energetico che lega Berlino e Mosca.

Hoegh Esperanza” è il nome della Frsu (unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione), ormeggiata da giovedì scorso a circa 300 metri dal porto, che ha lasciato suonare la sirena mentre si avvicinava all’imbarcazione che ospitava il capo di Stato – insieme ad alcuni ministri – in balia del freddo e della nebbia.

La monumentale base navale, lunga 300 metri e ingombra di tubi, è stata caricata in tempi record con una quantità di gas (nigeriano) sufficiente per il consumo medio annuale di 50mila case. l’Hoegh Esperanza è il primo ma non unico rigassificatore off-shore tedesco. Infatti, altri cinque terminal “galleggianti” verranno attivati nei prossimi mesi, grazie ai lavori finanziati da Berlino a suon di miliardi di euro.

“Ci stiamo rendendo indipendenti dai gasdotti russi”, afferma Scholz. Quando saranno tutti in modalità produttiva, questi particolari impianti riusciranno a fornire al Paese fino a un terzo del suo fabbisogno di gas. Ecco che gli scenari catastrofici invocati qualche mese va vengono – solo per il momento – dimenticati.

Aggiornato il 19 dicembre 2022 alle ore 15:12