Una pietra miliare è stata posta nel cammino dell’allentamento delle misure anti-Covid in Cina. Pechino vuole ritirare la Communications Itinerary Card, una delle app più utilizzate per monitorare i contatti con i positivi durante la pandemia, simbolo della strategia “zero-Covid”. Questa piattaforma gestita direttamente dallo Stato – che tramite telefonino traccia le persone che sono state (o si trovano) in un’area ad alto rischio – andrà ufficialmente offline martedì prossimo a mezzogiorno. Lo si legge in un post ufficiale di WeChat, che annuncia lo spegnimento dell’applicazione dopo due anni di funzionamento. La “Itinerary Card” è stata lo strumento di punta della linea dura adottata dalla Cina contro la pandemia, con milioni di cittadini che per spostarsi da un luogo all’altro dovevano prima inserire il loro numero di telefono nella piattaforma e aspettare il “via libera” dell’app.
La decisione arriva pochi giorni dopo l’allentamento generale delle misure di sicurezza, con la fine dei blocchi su larga scala, della quarantena obbligatoria nelle strutture centrali e dei test “a tappeto”. Pechino ha issato bandiera bianca verso la strategia zero-Covid, che ha funzionato solo parzialmente. Tutto ciò deriva dal fatto che i casi di positività sono diminuiti drasticamente in tutto il Paese – rispetto ai massimi storici del mese scorso – anche se l’esperto di sanità cinese Zhong Nanshan ha avvertito i media che la variante prevalente di Omicron si sta “diffondendo rapidamente” in tutta la Cina.
L’Itinerary Card ha visto la luce per la prima volta nel 2020, ed era composta di un sistema a quattro livelli, ognuno con un colore diverso relativo al livello di esposizione al Covid degli utenti. L’app è stata modificata durante il corso della pandemia, finché – nell’ultimo “emendamento” – non è stato ridotto il periodo di monitoraggio da 14 a sette giorni. La Card è solo una delle varie applicazioni che in Cina hanno controllato la vita delle persone durante l’emergenza Covid. Per entrare nei negozi e negli uffici, le persone dovevano utilizzare i “codici sanitari” locali della propria città o provincia.
Aggiornato il 12 dicembre 2022 alle ore 19:22