Attacco ucraino in terra russa

Nuova fase per la guerra in Ucraina, alla faccia dell’incipiente Natale. Droni hanno colpito due basi russe aeree dell’aviazione, anche se Mosca ha certificato solo uno dei due attacchi. Inoltre, sarebbe in arrivo un massiccio attacco russo, anche su terra, mentre proseguirebbero i bombardamenti putiniani di case, ospedali e centrale nucleare di Zaporizhzhia, il cui direttore è stato allontanato nei giorni scorsi in quanto sospetto collaborazionista del Cremlino. Forse, proprio perché molti dei missili lanciati sull’Ucraina provengono dalle basi colpite dai droni, è stato deciso questo attacco contro l’aeronautica di Vladimir Putin. Rintracciare qualcosa nell’aria è a volte complicato. Si pensi alla radioattività, scoperta fortuitamente in Scandinavia, dopo che da giorni le perdite di materiale radioattivo dalla centrale di Chernobyl erano state segretate dalla dittatura sovietica, al cui vertice sedeva un Michail Gorbačëv fin troppo sopravvalutato e beniaminizzato dai media occidentali e dai progressisti mondiali.

Si pensi anche all’invisibilità del super caccia-bombardiere B-21 a tecnologia “stealth”, fantascienza attuale, tanto somiglia a un disco volante. Forse qualcosa di questa tecnologia è passato nei droni utilizzati dagli ucraini. Il primo ha colpito la base strategica di Engels, da dove partono gli attacchi dei missili utilizzati contro le infrastrutture di Kiev. Danneggiati due bombardieri Tupolev Tu-95, utilizzabili anche per lancio di bombe nucleari. L’esplosione è stata molto forte, dal momento che sarebbero deceduti tre militari. Sei sarebbero i feriti, pertanto i danni potrebbero essere peggiori di quanto dichiarato dalle fonti russe.

Engels si trova a circa 600 chilometri dal confine tra Ucraina e Russia, quindi sarebbe stato utilizzato un drone a lungo raggio, come riporta Rid (Rivista italiana Difesa). Decisamente più improbabile che l’attacco sia stato portato da un gruppo scelto di incursori paracadutati in territorio russo. Lo smacco dimostra quanto i sistemi di difesa russi siano più invisibili del B-21 stealth e meno efficaci della linea Maginot. Nel pomeriggio, sono iniziati nuovi bombardamenti sul territorio ucraino.

Quasi contemporaneamente è (ufficialmente) esplosa un’autocisterna carica di benzina nella base aerea di Ryazan, che si trova a “soli” 200 chilometri a sud-est di Mosca. La concomitanza dell’evento con quello di Engels, fa pensare a qualcosa di diverso da un semplice incidente. A Ryazan ha sede un centro di addestramento per l’aviazione strategica e qui si trovano alcuni aerei cisterna dell’Aeronautica militare russa ovvero Vvsrf (Voyenno Vozdushnye Sily Rossiiskoj Federacii), costituita nel 1992 sulle ceneri di quella sovietica dall’allora presidente Boris Eltsin.

L’efficacia dell’attacco ucraino conferma che – insieme al sacrosanto desiderio di pace – in questa guerra nel cuore d’Europa è necessaria una forte dose di realismo, quello del “si vis pacem, para bellum”. La storia dovrebbe essere maestra: si veda il disastroso “pacifismo” dell’imperatore Commodo, che appena salito al potere fu inviato dal Senato a fermare la rivolta dei “barbari” Marcomanni contro i quali aveva già combattuto con un certo successo suo padre Marco Aurelio, al quale Commodo aveva promesso di terminare e vincere quella guerra. Un esercito guidato da Commodo si trasferì nelle attuali Austria e Cekia dov’erano stanziati i Marcomanni ma, invece di combatterli, siccome il nuovo imperatore voleva tornare a Roma per i suoi bagordi, Commodo offrì subito la pace ai barbari, e come “premio” li mandò nella più ricca e vasta Scizia (attuali Romania-Moldava).

“La pace è male?” rispose Commodo al senatore Dione Cassio il quale gli disse che quella pace era peggio della guerra. Commodo, poi, dimostrò tutto il male del mondo, e di bene non mostrò nulla. Morì per una congiura, ma era troppo tardi per risollevare Roma. La cosa più incredibile è che Commodo – colui che trasformò “un impero d’oro in regno di ferro e ruggine” – era figlio di Marco Aurelio, l’imperatore filosofo, colui che più di tutti credette nel potere salvifico della sapienza e dell’istruzione.

Aggiornato il 05 dicembre 2022 alle ore 17:13