Covid: la Cina allenta la presa sulle restrizioni

La Cina ha ufficialmente allentato la presa sulla sua politica “zero Covid” di prevenzione contro il virus. Pechino ha annunciato la riduzione di alcune misure contro la pandemia, ovvero: riduzione della quarantena all’arrivo nel Paese (da dieci a otto giorni) e abolizione dell’obbligo di identificazione e isolamento per i “contatti secondari”. Non molto tempo fa, lo scorso 2 novembre, le autorità cinesi avevano messo in quarantena l’area circostante la più grande fabbrica di iPhone al mondo, dopo la fuga dei giorni precedenti, seguita a una nuova ondata di Covid. Quest’importante snodo industriale della Cina continentale – l’area economica aeroportuale di Zhengzhou, dove si trova l’enorme impianto della Foxconn – è stato in “gestione statica” (ovvero in lockdown) per sette giorni. Dai video diffusi sui social della nazione è nato il sospetto che gli infetti, costretti all’isolamento, non avessero però ricevuto le cure necessarie.

Solamente Pechino, tra le grandi economie mondiali, continua a perseguire fermamente la politica sanitaria di “zero Covid”, con le frontiere che rimangono chiuse alla maggior parte degli stranieri e dei turisti. Secondo una dichiarazione della Commissione sanitaria nazionale, chi viaggia verso la Cina deve trascorrere cinque giorni in un hotel o in una struttura governativa per la quarantena, per poi passare ulteriori 3 giorni confinato a casa. Da dieci a sette giorni di isolamento, quindi, per chiunque dovesse entrare nel Paese.

Durata dell’isolamento ridotta anche per i cosiddetti “contatti secondari”, ovvero le persone più vicine a coloro che hanno contratto il virus. In questo modo, il Governo decide di ridurre al minimo la pratica del tracciamento dei contatti, che ha visto milioni di persone venire isolate o a casa o in strutture specializzate. I contatti stretti, quindi, non verranno più identificati.

Aggiornato il 11 novembre 2022 alle ore 15:51