I droni iraniani sono una minaccia imminente anche per l’Unione europea. Antonio López-Istúriz White, eurodeputato spagnolo del Partito popolare, ha inviato un’interrogazione scritta all’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell, avvertendo delle minacce del Polisario e della collusione tra il gruppo separatista e l’Iran, chiedendo “informazioni” all’Ue su possibili rifornimenti di droni di fabbricazione iraniana al Polisario, il movimento nato nella regione del Sahara occidentale, per la quale i suoi appartenenti rivendicano l’indipendenza dal Regno del Marocco attraverso la lotta armata e grazie all’aiuto diplomatico, economico e – soprattutto – militare dell’Iran e della sua longa manus, gli Hezbollah libanesi (quelli che l’Ue non considera organizzazione terroristica ma poi piange le vittime dei sanguinari ayatollah).
“Quali informazioni concrete ha la Commissione sui droni iraniani forniti al Fronte Polisario?”, ha chiesto l’eurodeputato, sottolineando la necessità che l’Ue intervenga per impedire l’uso di questi droni e per prevenire l’escalation del conflitto nella regione che rappresenta i confini d’Europa e non è un caso allora che proprio oggi Emmanuel Macron, a Tolone, per discutere la strategia di difesa della Francia, abbia ammonito che il continente non è più al sicuro da un attacco di droni o missili: “L’Europa non è più al sicuro dagli attacchi di missili e droni e dobbiamo tenere conto di questa realtà. La tecnologia ora mette a disposizione degli avversari che non sempre sono Stati i mezzi per colpire a distanza”.
Antonio López-Istúriz White ha anche chiesto a Borrell se “l’uso di questo equipaggiamento militare nel Sahara occidentale rappresenti un grave rischio per la già fragile sicurezza e stabilità della regione e del Sahel”. L’eurodeputato ha avvertito che l’infiltrazione dell’Iran nella regione “rappresenta un chiaro rischio per l’accordo di cessate il fuoco delle Nazioni Unite”. Un’operazione che “mette a repentaglio il processo di pace, il lavoro della missione delle Nazioni Unite nel Sahara occidentale e gli sforzi diplomatici dell’inviato personale del segretario generale delle Nazioni Unite”.
L’Iran nell’area ha ampio margine di manovra grazie all’aiuto dell’Algeria, storico nemico del Marocco, ma stretto alleato della Russia, da cui Algeri è militarmente dipendente dagli anni Novanta e per cui rappresenta un ottimo avamposto per ottenere la supremazia nell’area del Mediterraneo. L’Unione europea ha scelto di difendere i valori occidentali, di ribadire il Patto atlantico, di stare con l’Ucraina. Allora, perché, non prestare il fianco anche al Regno del Marocco sulla questione del Sahara occidentale, proprio come hanno fatto Washington e Gerusalemme, due fari dell’Occidente? Bisogna considerare l’indispensabile apporto che Rabat offre nella lotta a minacce comuni e contemporanee. Oggi il Polisario (si legge Algeria) minaccia con i droni il Marocco. Domani l’Algeria (si leggerà Russia), con gli stessi droni, potrà essere un pericolo per la sponda sud dei confini d’Europa.
Aggiornato il 10 novembre 2022 alle ore 10:28