Nuovi missili su Zaporizhzhia nella giornata del G7

L’agenzia Ukrinform, citando l’Amministrazione militare regionale di Zaporizhzhia, riferisce che almeno una persona è morta durante il nuovo attacco missilistico russo – avvenuto stanotte – contro lo snodo portuale. Diventano quindi 19 le vittime falciate dalla pioggia di missili sull’Ucraina degli ultimi due giorni, durante i quali sarebbero rimasti rimasti feriti 105 innocenti. “Il nemico continua a terrorizzare i civili di Zaporizhzhia. Un attacco con 12 missili S-300 ha colpito strutture pubbliche”, si legge nel messaggio pubblicato su Telegram. Due razzi hanno colpito una concessionaria di automobili, altri invece sono esplosi su una scuola.

Zaporizhzhia fa parte delle regioni ucraine parzialmente occupate dai russi, è sede della più grande centrale nucleare d’Europa ed è il principale obiettivo dei bombardamenti lanciati dal Cremlino negli ultimi giorni. Dal 2 ottobre scorso le esplosioni hanno causato la morte di almeno 43 persone e ne hanno ferite almeno 70. Oltre all’Oblast industriale anche Kherson, Lugansk e Donetsk sono sotto il controllo russo, annesse illegalmente con il referendum di fine settembre.

Oggi è una giornata importante per i dialoghi riguardanti la guerra in Ucraina. Alle 14, ora italiana, si tiene l’incontro a distanza tra il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden e i leader del G7, dove parteciperà anche Volodymyr Zelensky. Washington ha già promesso a Kiev nuovi “sistemi avanzati” di difesa aerea, mentre il primo ministro britannico, Liz Truss, spinge per convocare un vertice Nato nei prossimi giorni, in risposta ai nuovi attacchi missilistici orditi dal Cremlino. Secondo Downing Street, il capo del Governo inglese avanzerà questa richiesta al summit del G7 odierno. “Nessuno vuole la pace più dell’Ucraina. Da parte nostra, non dobbiamo indebolire di una virgola la nostra determinazione ad aiutarli a vincere”, dichiara la premier invitando gli alleati a proseguire con la politica sanzionatoria verso la Russia.

ERDOGAN INCONTRA PUTIN AD ASTANA

Intanto Recep Tayyip Erdogan è deciso nel voler vedere Putin alla fine di questa settimana ad Astana – capitale del Kazakistan – dov’è in programma il summit Russia-Asia centrale. Sarebbe l’incontro numero quattro tra i due leader dall’inizio del conflitto. Il presidente turco ha chiara in mente una road map di obiettivi, primo tra tutti il disinnesco della crisi nella regione di Zhaporizhzhia. Dopo aver mediato efficacemente per l’apertura del “corridoio del grano” e per lo scambio di ostaggi che ha riguardato più di 200 prigionieri, adesso vuole procedere a piccoli passi per risolvere la delicata situazione della centrale nucleare.

Per Erdogan è fondamentale che Zelensky e Putin affrontino, con lo stesso approccio avuto per la crisi del grano e per lo scambio di prigionieri, la questione dello stabilimento di Zaporizhzhia. La mission del presidente turco è una: perseguire un lento ma costante iter diplomatico che faccia sedere i due leader allo stesso tavolo.

Aggiornato il 11 ottobre 2022 alle ore 12:40