Il Consiglio nazionale della rifondazione (Cnr) francese è stato inaugurato ieri, giovedì 8 settembre. Fortemente voluto dal presidente Emmanuel Macron, riunito per la prima volta a Marcoussis, nell’Essonne. Il Cnr è una piattaforma di discussione che si impegna a riunire forze politiche, sindacati, associazioni degli amministratori locali e altre parti civili con lo scopo di trovare degli accordi comuni sulle sfide principali del Paese. Queste, per il secondo mandato del capo di Stato, sono la piena occupazione, l’istruzione, la sanità, l’invecchiamento e la transizione ecologica.
Il Consiglio indetto da Macron si ispira al Consiglio nazionale della resistenza nato nel 1943 per volontà di Charles de Gaulle e Jean Moulin, quando la Francia era occupata dalla Germania nazista. Quest’organo avrebbe riunito tutti i principali attori della resistenza, per decidere le riforme socio-economiche da attuare al momento della liberazione del Paese.
L’appello del presidente, però, non ha avuto i risultati sperati. Molte sedie sono rimaste vuote, per via dell’assenza sia dei partiti di sinistra della Nuova unione popolare ecologica e sociale guidati da Jean-Luc Mélenchon, sia del Rassemblement national di Marine Le Pen. Perfino il presidente del Senato, il repubblicano Gérard Larcher, ha annunciato con una lettera la sua assenza, sostenendo che “il Cnr non può giungere alla rinnovazione della democrazia alla quale aspira”.
“Gli assenti hanno sempre torto”, dichiara un risentito Macron alla conferenza stampa d’inaugurazione, ricordando comunque che “la porta (del Consiglio, ndr) resterà aperta a tutti”. Anche diversi sindacati sono assenti ingiustificati, tra i quali la Confédération générale du travail (Cgt). Presenti al Cnr la République en marche e MoDem di François Bayrou, nominato segretario generale. Anche i liberali di Horizons si sono seduti al tavolo del Presidente, per ora senza il loro leader Edouard Philippe, non del tutto convinto dell’iniziativa.
Il Cnr ha avuto più fortuna tra le amministrazioni locali. Presenti ma con riserva l’associazione dei sindaci di Francia, l’assemblea dei dipartimenti di Francia e regioni di Francia. Anche il consiglio economico, sociale e ambientale ha risposto presente alla chiamata di Macron, insieme al Medef (la più grande federazione di datori di lavoro a livello nazionale), la Confederazione delle piccole e medie imprese (Cpme) e due importanti sindacati, la Confédération française démocratique du travail (Cfdt) e la Confederazione francese dei lavoratori cristiani (Cftc).
Aggiornato il 09 settembre 2022 alle ore 15:31