Paura e delirio a Shanghai, test Covid a tappeto

A Shanghai ritornano gli screening di massa contro il Covid-19. La metropoli cinese è ancora in ripresa dopo i due mesi di lockdown che hanno affossato l’economia del gigante dell’estremo Oriente. In nove dei sedici distretti i test per contenere la diffusione del virus riprenderanno a partire da domani.

“Il rischio di infezione comunitaria esiste ancora nella città. Da un simile screening ci si aspetta di rilevare e contenere il rischio di ripresa il prima possibile” si legge in una nota delle autorità sanitarie locali.

Paura per le otto aree classificate come ad alto rischio di diffusione del contagio, mentre altre novanta sono classificate a medio rischio. Rispetto a inizio luglio, quando fu identificato un focolaio in una sala karaoke, i casi identificati sono in calo: 17 nuove infezioni, delle quali 14 asintomatiche. È passato appena un mese dalla revoca delle limitazioni che hanno esasperato le persone e l’amministrazione cinese.

È dal primo trimestre del 2020, quando Pechino si trovò a contrastare il “nuovo” virus, che l’economia cinese non naviga in acque così agitate. Questo anche a causa della linea “zero Covid” adottata dalla Repubblica popolare. La Cina è cresciuta solo dello 0,4 per cento nel secondo trimestre e il lockdown a Shanghai ne ha paralizzato l’hub finanziario e commerciale, la cui economia è crollata del 13,7 per cento tra aprile e giugno. Nonostante i danni finanziari, la Cina proseguirà la linea contro il Covid-19. Lo stesso presidente, Xi Jinping, il mese scorso, ha ribadito la politica zero casi contro il virus, minimizzando i danni all’economia.

Non solo Shanghai

Anche Tianjin, una città alle porte di Pechino che conta “solo” 12 milioni di abitanti, ha annunciato nuovi tamponi per tutti i residenti dopo addirittura due nuovi casi di Covid-19. Lanzhou, nel nord-ovest del Paese, ha invece esteso fino al 24 luglio il lockdown – imposto la settimana scorsa – in quattro distretti, dove vivono circa tre milioni di persone.

Ad aggiungersi all’elenco di città che hanno imposto restrizioni c’è anche Chengdu, nel sud-ovest della Cina, che oggi ha ordinato la chiusura di bar, sale karaoke, palestre e altri luoghi di intrattenimento, dopo venti casi di contagio registrati ieri (tra cui sei asintomatici). Inoltre, per tutti i residenti che volessero lasciare la città, è necessario mostrare un tampone negativo effettuato entro 48 ore dalla partenza.

Aggiornato il 19 luglio 2022 alle ore 12:51