La “soluzione dei due Stati” per eliminare Israele

Mentre l’amministrazione Biden continua a parlare del suo impegno per la “soluzione dei due Stati”, la maggioranza dei palestinesi afferma di sostenere il gruppo terroristico islamista di Hamas e vuole che ci siano più attacchi terroristici contro gli ebrei.

L’amministrazione guidata da Joe Biden vive nell’illusione che la “soluzione dei due Stati”, che vedrebbe la creazione di uno Stato palestinese indipendente e sovrano accanto a Israele, sia l’unico modo per raggiungere la pace, la sicurezza e la stabilità in Medio Oriente. La stragrande maggioranza dei palestinesi, tuttavia, afferma molto chiaramente che non crede nella “soluzione dei due Stati” e preferirebbe che Hamas, il gruppo terroristico sostenuto dall’Iran il cui statuto chiede l’eliminazione di Israele, sostituisse l’Autorità Palestinese guidata da Mahmoud Abbas.

Il 30 giugno, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha parlato con Abbas per discutere dell’imminente viaggio del presidente Joe Biden in Medio Oriente.

“Il segretario Blinken ha sottolineato l’impegno degli Stati Uniti finalizzato a migliorare la qualità della vita del popolo palestinese in modi concreti e ha rilevato il sostegno offerto dall’amministrazione per una soluzione negoziata a due Stati”, ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price.

Alla vigilia della visita di Biden in Israele, in Cisgiordania e in Arabia Saudita, un sondaggio d’opinione condotto dal Palestine Center for Policy and Survey Research ha mostrato un calo significativo del sostegno tra i palestinesi alla “soluzione dei due Stati” e un sostegno più ampio a favore del ritorno all’intifada armata (rivolta) e agli attacchi terroristici all’interno di Israele.

Secondo i risultati del sondaggio, l’opposizione al concetto di “soluzione dei due Stati” è del 69 per cento. Un altro 75 per cento degli intervistati ha anche espresso opposizione all’idea di una soluzione con un unico Stato, in cui israeliani e palestinesi vivrebbero insieme e godrebbero di pari diritti. Il sondaggio ha rilevato che il 55 per cento dei palestinesi è a favore della recrudescenza degli scontri armati e dell’intifada, un aumento rispetto al 51 per cento degli intervistati che tre mesi fa sosteneva un ritorno alla violenza. Inoltre, la maggioranza del 59 per cento ha detto di essere favorevole agli attacchi terroristici compiuti dai palestinesi negli ultimi mesi all’interno di Israele.

Anche la stragrande maggioranza dei palestinesi (il 69 per cento) è contraria a una ripresa incondizionata dei negoziati di pace israelo-palestinesi. Un altro 65 per cento non è favorevole al dialogo con l’amministrazione Biden. Il sondaggio ha rilevato che la maggioranza dei palestinesi non ha fiducia in Abbas, con cui l’amministrazione Biden ha a che fare. Se oggi si tenessero nuove elezioni presidenziali, il leader di Hamas Ismail Haniyeh riceverebbe il 55 per cento dei consensi, mentre Abbas otterrebbe soltanto il 33 per cento, secondo il sondaggio. Il 73 per cento dei palestinesi ha espresso insoddisfazione per l’operato di Abbas, mentre un altro 77 per cento ha dichiarato di volere che si dimetta. La maggior parte dei palestinesi ha affermato che Hamas è il più meritevole di rappresentare e guidare il popolo palestinese. La crescente popolarità di Hamas tra i palestinesi implica che lo Stato palestinese che l’amministrazione Biden sta cercando di stabilire accanto a Israele sarà presto governato da un gruppo islamista la cui Carta o Statuto afferma che “Israele esisterà e rimarrà in esistenza finché l’Islam non lo annienterà, così come ha annientato altri prima di lui”. Dal momento che la maggioranza dei palestinesi vuole sostituire Abbas con un leader di Hamas, ciò significa che lo Stato palestinese proposto si unirà al patto del gruppo terroristico, che non crede nel diritto di Israele di esistere.

Nel caso in cui l’amministrazione Biden e il resto della comunità internazionale non siano a conoscenza del programma di Hamas, devono dare un’occhiata a ciò che dice il patto del gruppo terroristico.

L’articolo 11 dello Statuto afferma: “Il Movimento di Resistenza Islamico crede che la terra di Palestina sia un waqf (sacro deposito islamico), terra islamica affidata alle generazioni dell’Islam fino al giorno della resurrezione. Non è accettabile rinunciare ad alcuna parte di essa. Nessuno Stato arabo, né tutti gli Stati arabi nel loro insieme, nessun re o presidente, né tutti i re e presidenti messi insieme, nessuna organizzazione, né tutte le organizzazioni palestinesi o arabe unite hanno il diritto di farlo.

Lo Statuto (all’articolo 7) rammenta ai musulmani il famoso hadith (detto) attribuito al profeta Maometto: “L’Ultimo Giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei, e fino a quando gli ebrei si nasconderanno dietro una pietra o un albero, e la pietra o l’albero diranno: ‘O musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo nascosto dietro di me – vieni e uccidilo’”.

Lo Stato palestinese per il quale l’amministrazione Biden sta spingendo sarà senza dubbio utilizzato da Hamas e dai suoi sostenitori in Iran come trampolino di lancio per cancellare Israele. I leader di Hamas sono sempre stati chiari e coerenti sulla loro intenzione di eliminare Israele e uccidere gli ebrei.

Durante una recente visita in Libano, Haniyeh, il candidato alla presidenza preferito dai palestinesi, ha affermato che “non c’è futuro” per Israele nella “terra di Palestina”.

Haniyeh ha annunciato che Hamas si sta preparando per una “battaglia strategica” con Israele. “L’entità sionista sta affrontando un futuro oscuro a causa della resistenza islamica”, ha detto il leader dell’organizzazione, elogiando i palestinesi che compiono attacchi terroristici contro Israele. Haniyeh ha affermato che in caso di un nuovo confronto militare con Israele, Hamas annienterà “l’entità sionista” in pochi minuti. “L’entità sionista sarà colpita con 150 razzi in meno di cinque minuti”, ha minacciato.

Durante la sua visita in Libano, il leader di Hamas ha partecipato a un incontro della cosiddetta Conferenza Islamica Nazionale insieme ai capi della milizia terroristica di Hezbollah, appoggiata dall’Iran. Alla conferenza hanno partecipato anche rappresentanti di diversi Paesi arabi, tra cui Egitto, Libia, Kuwait, Siria, Marocco, Giordania, Yemen, Libano e Algeria. La conferenza ha espresso pieno sostegno a Hamas e al terrorismo contro Israele e si è scagliata contro i Paesi arabi che hanno deciso di normalizzare le relazioni con Israele.

“La conferenza prende atto dei successi e degli eroismi compiuti dalla resistenza palestinese contro il nemico sionista”, si legge in una dichiarazione rilasciata dai partecipanti al termine dell’incontro. “La conferenza sostiene tutte le forme di resistenza di fronte al nemico sionista”.

La conferenza ha condannato gli sforzi compiuti da alcuni Paesi arabi “per normalizzare le relazioni con il nemico sionista e per aprire i loro Paesi al suo esercito, alla sua economia, ai coloni e ai politici”. Ha inoltre denunciato i tentativi dei Paesi arabi “di stringere alleanze militari con il nemico sionista” e ha chiesto l’annullamento degli accordi di Oslo firmati nel 1993 tra Israele e l’Olp. La conferenza ha asserito che “afferma il diritto del popolo palestinese alla sua terra storica dal fiume [Giordano] al Mar [Mediterraneo]”.

Tale affermazione è un forte impulso per Hamas dal momento che la conferenza ha di fatto approvato l’impegno del gruppo terroristico di eliminare Israele e sostituirlo con uno Stato islamista sostenuto dall’Iran e guidato da Haniyeh e dai mullah di Teheran.

Hamas e i suoi sostenitori non credono nella “soluzione dei due Stati” di Biden né in qualsiasi processo di pace con Israele. L’unica soluzione che vogliono è quella che veda Israele e gli ebrei sparire da questo mondo. Purtroppo, la maggioranza dei palestinesi (come evidenziato dall’ultimo sondaggio) condivide l’ideologia di Hamas e vuole vedere uccisi ancora più ebrei.

L’amministrazione Biden deve capire che, nelle circostanze attuali, portare avanti l’idea di una “soluzione dei due Stati” equivale a sostenere lo spargimento di sangue e la violenza in Medio Oriente. L’amministrazione deve anche capire che Abbas, il leader palestinese che cerca di coinvolgere e su cui fa affidamento per fare la pace, non ha assolutamente il sostegno della maggioranza del suo popolo per qualsiasi piano di pace con Israele.

(*) Tratto dal Gatestone Institute – Traduzione a cura di Angelita La Spada

Aggiornato il 18 luglio 2022 alle ore 18:02