Il governo perde “pezzi”, ma Johnson continua

Nonostante il terremoto politico vissuto dal suo governo, Boris Johnson va avanti. Le ultime dimissioni in ordine di tempo sono state presentate da Robin Walker, viceministro per gli Standard della Scuola in seno al dicastero dell’Istruzione. Si tratta del terzo abbandono da stamattina, dopo quelli di ieri. In pratica, le defezioni hanno riguardato finora due ministri senior (il cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, e il titolare della Salute, Sajid Javid), tre viceministri, cinque sottosegretari e tre membri ausiliari della compagine governativa. Gli ultimi passi indietro sono stati provocati a seguito dell’esplosione del caso del 52enne Christopher Pincher.

Il deputato tory, ex sottosegretario, fino a qualche giorno fa, era vice “Chief Whip”, colui che in Parlamento coordina le votazioni del gruppo conservatore. Secondo il racconto di alcuni testimoni, pare che mercoledì sera, al Carlton, un club esclusivo dei conservatori al centro di Londra, Pincher abbia bevuto molto. Il deputato pare fosse così ubriaco al punto tale da non riuscire a parlare. Pare che, in preda ai fumi dell’alcool, abbia molestato almeno due giovani ventenni presenti al club, toccandoli e palpandoli ovunque, sotto gli occhi di tutti. Il giorno dopo Pincher ha annunciato le proprie dimissioni da vice “Chief Whip” in una bizzarra lettera pubblica indirizzata al premier: “Dear Prime Minister, ieri ho bevuto davvero troppo. E il mio comportamento è stato inqualificabile”.

Ma il caso Picher rappresenta solo una “defezione spettacolare”. In realtà, all’interno del governo è in atto un vero e proprio tsunami politico. Ad annunciare oggi la loro uscita dalla compagine sono stati anche Will Quince, viceministro responsabile finora del dossier della Famiglia e dell’Infanzia, e Laura Trott, finora ministrial aide (una sorta di sottosegretaria) ai Trasporti. Posizioni che Johnson ha ricoperto subito con un inevitabile rimpasto. Intanto, il primo ministro, parlando alla Camera dei Comuni durante il Question time, ha ribadito l’intenzione di volere resistere per far sì che il suo governo “vada avanti” nel proprio lavoro e prosegua “ad attuare il programma”, malgrado la raffica di dimissioni. Johnson ha replicato ai durissimi attacchi del leader laburista Keir Starmer e di altri oppositori. Un fatto è evidente: il futuro politico del premier conservatore appare sempre più nebuloso.

Aggiornato il 06 luglio 2022 alle ore 14:20