Tanto tuonò che non piovve. Anche se uno sgrullone c’è stato. Boris Johnson si è salvato dal voto di sfiducia contro la sua leadership in capo al Partito Conservatore mantenendo, per adesso, la carica di primo ministro. Lo scrutinio per Bojo ha portato in dote 211 voti a favore ma con 148 parlamentari contro.

Johnson, all’indomani del voto, ha detto: “Questo è un Governo che offre ciò a cui la gente di questo Paese tiene di più. Abbiamo impegnato 37 miliardi di sterline per sostenere finanziariamente le famiglie, reso le nostre comunità più sicure assumendo 13.500 agenti di polizia e affrontato i contraccolpi dell’epidemia di Covid sul sistema sanitario, aprendo quasi 100 centri diagnostici in modo che le persone possano accedere alle cure più vicino a casa”.  E poi: “Mi impegno a continuare a rispettare queste priorità. Siamo dalla parte dei lavoratori britannici che lavorano duramente e andremo avanti con il nostro lavoro”.

Con il voto era arrivata l’occasione per dare un taglio a “mesi di illazioni” sull’Esecutivo e sulla sua guida. Inoltre, era giunto il momento per fare chiarezza sul caso Partygate, in modo da tracciare, come Governo, “una linea e andare avanti, dedicandosi ai risultati sulle priorità della gente – ha sottolineato, a tal proposito, un portavoce di Downing Street – il primo ministro accoglie con favore l’opportunità di esporre il caso ai parlamentari. E ricorderà loro che quando sono uniti e concentrati sulle questioni che contano per gli elettori non esiste forza politica più formidabile”.

Aggiornato il 07 giugno 2022 alle ore 12:41