Il dominio narrativo dell’Occidente

È impossibile ottenere una chiara comprensione di ciò che sta accadendo nel mondo senza tenere conto del fatto che le classi dirigenti all’interno di ogni democrazia stanno attivamente lavorando per manipolare la nostra comprensione della realtà a loro favore. Stanno usando sempre più il loro potere per decidere quali siano le notizie “reali” o “false”, cosa sia giusto o sbagliato e si aspettano che il pubblico accetti la narrativa ufficiale senza far troppe domande.

Chiunque la sfidi corre il rischio di essere identificato come terrorista. Così facendo, stanno privando i cittadini della possibilità di decidere di esaminare altre opinioni e fonti alternative per decidere di testa propria. Il mese scorso, ad esempio, l’Unione europea ha bandito le agenzie di stampa russe Rt (precedentemente note come Russia Today) e Sputnik. Ciò significa che gli europei non possono più accedere ai loro siti web e Rt non può trasmettere i suoi programmi nei Paesi europei. L’Ue ha coordinato questa mossa con Twitter, che ha reso impossibile leggere i tweet di Rt e Sputnik nei Paesi dell’Unione. La decisione è stata presa, come ha dichiarato Ursula von der Leyen, per “impedire alla Russia di diffondere disinformazione tossica e dannosa”. Nelle democrazie sarebbero, dunque, le autorità a dettare i contorni del dibattito pubblico e politico?

Francamente nessuno può più affermare con la faccia seria che l’Unione europea è un faro di libertà. Questa iniziativa ha poi scatenato il rifiuto di tutto ciò che è russo con un grado di xenofobia da malati di mente. Oltre a scrittori, musicisti, film, spettacoli, conferenze, ristoranti, gatti di razza, fino alle pietanze un po’ troppo assonanti con “Vladimir Putin”, insomma, tutto ciò che è cultura e etnia russa è stato aggredito dalla democratica “cultura della cancellazione”.

Di cosa ha così tanta paura l’Occidente da sentirsi costretto a vietare le testate giornalistiche e eliminare la fruizione di una cultura? Non vuole che i suoi cittadini cerchino la verità? Ogni persona ragionevole comprende che ci devono essere molteplici punti di vista su una guerra e in una vera democrazia non ci dovrebbe essere nulla da temere da una pluralità di opinioni. Il che ci porta a parlare dell’inquietante situazione di Bucha su cui la cosiddetta “Comunità internazionale” non ha espresso un vero interesse a approfondire. Su questo evento la Russia ha chiesto un’indagine indipendente attraverso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e i suoi sostenitori si sono rifiutati di convocare il Consiglio. Come mai? Un’indagine indipendente non sarebbe il modo migliore per determinare cosa sia successo?

Per accertare se si è verificato un crimine di guerra, dobbiamo sapere chi ha commesso l’omicidio, perché e come. Altrimenti è lecito sostenere lo scetticismo nei confronti di ciò che non è dimostrato. Non si è pensato che parte delle armi inviate dall’Occidente agli ucraini possano essere finite, ad esempio, nelle mani di criminali islamici da cui sarebbe ingenuo aspettarsi la scrupolosa adesione alle leggi di guerra? Credere ad affermazioni statunitensi o ucraine non provate su ciò che sta accadendo sul campo è stupido quanto credere ad affermazioni russe non provate. Gli Stati Uniti hanno ucciso diverse migliaia di iracheni e afghani, spesso per caso, nel corso di guerre che si è finto fossero di liberazione e che hanno provocato il più grande movimento migratorio in Europa dalla Seconda guerra mondiale, ma nessuna democrazia ha chiamato queste azioni “crimini” o violazioni di diritti umani, richiedendo la sospensione degli autori dal Consiglio dell’Onu. Il che ci dice davvero quanto sia potente il dominio narrativo occidentale. È in grado di “scagionare” gli Stati Uniti da qualsiasi nefandezza. Ci si è dimenticati di quello che disse alla tv nazionale il segretario di Stato statunitense, recentemente scomparso, Madeleine Albright?

Fino a che punto deve essere distorto il panorama dell’informazione per poter liberamente criticare gli impulsi più pericolosi della più potente struttura di potere mondiale senza essere tacciati di simpatizzare con i suoi nemici? Naturalmente, la verità qui è secondaria, né l’Ucraina né l’Occidente, impegnati nel prolungare la guerra al fine di indebolire e cancellare la Russia per creare un’egemonia unipolare, non hanno alcun interesse a scoprire la verità. Pertanto, mettere in dubbio i resoconti ufficiali su questa guerra è la stessa cosa che approvare ogni azione di Vladimir Putin. E, pertanto, essere nemico delle democrazie. Di quali democrazie poi?

La guerra in Ucraina, per le attuali classi dirigenti, ha un potenziale significativo per abilitare nuove agende politiche e spingere verso nuovi programmi e restrizioni sulle libertà delle popolazioni. Ci siamo dimenticati della rapida erosione dei diritti civili in tutto l’Occidente quando il colpo di Stato-Covid ha iniziato a intensificarsi e a emarginare le fonti di notizie non corrispondenti ai messaggi ufficiali? Bene, quello era solo un assaggio di quello che sta per arrivare, mentre i nostri opinionisti applaudono a un’altra guerra che credono di liberazione.

Aggiornato il 13 aprile 2022 alle ore 10:45