Francia al ballottaggio: Macron è favorito contro Le Pen

Emmanuel Macron è il favorito per la corsa all’Eliseo. Nonostante Marine Le Pen sia riuscita ad accedere al ballottaggio del 24 aprile, con il 23,15 per cento, il presidente francese, smentendo i sondaggi della vigilia che prevedevano un testa a testa, ha riportato il 27,85 per cento dei voti. Al terzo posto, a un passo dalla leader di destra, si piazza il capo dell’ultrasinistra, Jean-Luc Mélenchon, con il 21,95 per cento. L’astensione è stata del 26,31 per cento, il livello più alto dal primo turno presidenziale del 2002, quando fu del 28,4 per cento. Il tonfo più fragoroso lo fanno registrare i candidati dei partiti tradizionali. La neogollista Valérie Pécresse, della lista LR-LesCentristes, ottiene il 4,79 per cento. Addirittura, la candidata socialista Anne Hidalgo, sindaca di Parigi, sprofonda al 2 per cento. Il panorama politico francese si conferma fortemente polarizzato. Destra ed estrema destra da una parte e sinistra ed estrema sinistra, dall’altra. In mezzo, l’indistinto centrismo macroniano. Ora, dopo una vistosa assenza, il presidente è costretto a due settimane di intensa campagna elettorale. Secondo un ultimo studio Ipsos Sopra Steria per Le Parisien, il presidente uscente verrebbe riconfermato con il 54 per cento delle intenzioni di voto contro il 46 per cento della sfidante del Rassemblement National. Secondo un altro sondaggio Ifop-Fiducial per Tf1/Lci/ParisMatch/SudRadio, il distacco tra i due candidati europeista e nazionalista è più ristretto. Macron vincerebbe le elezioni con il 51 per cento delle preferenze contro il 49 per cento di Le Pen.

“Nulla è ancora deciso, quello che succederà nei prossimi quindici giorni è decisivo per la Francia e per l’Europa. Ma potete contare su di me”, dice il presidente, leader di La République En Marche, acclamato dai suoi militanti alla Porte de Versailles di Parigi. Lancia un appello ai connazionali di ogni colore politico, affinché sbarrino la strada alla destra. Macron ottiene il 4 per cento in più rispetto al 2017. Tiene a distanza la Le Pen. Ora è tempo di calcoli. Gli analisti sostengono che sulla leader nazionalista dovrebbe convergere almeno il 7 per cento dei voti in più rispetto a quelli che prese nella sfida di 5 anni fa: quelli del giornalista di estrema destra Éric Zemmour, che ha esortato i suoi sostenitori a votare per lei. D’altro canto, fa scalpore il trionfo popolare di Mélenchon, salito per la prima volta oltre il 20 per cento. “Neppure un voto deve andare a Marine Le Pen!”, grida dal palco, per 4 volte, il tribuno della gauche radicale, entusiasmando i sostenitori.

Atmosfera opposta in casa del polemista di estrema destra Zemmour, sceso in qualche settimana dal 16 per cento (era testa a testa con Le Pen all’inizio) al 7 per cento racimolato nelle urne. Ha pagato le sue affermazioni filorusse, ma soprattutto ha perso la scommessa di soppiantare la presidente del Rassemblement National come guida dell’estrema destra. Le Pen ha preso il triplo dei suoi voti nonostante le fallimentari fughe di alcuni suoi luogotenenti – fra questi la nipote Marion Maréchal – per raggiungere Reconquete!, il movimento creato da Zemmour. Marine è apparsa fiduciosa quando ha lanciato un appello ai francesi “di ogni sensibilità”, “a tutti coloro che non hanno votato per Macron” a “unirsi a questo grande Rassemblement National e popolare”. Frattanto, sono scoppiati dei disordini nel centro di Rennes e di Lione, dove diverse centinaia di persone si sono radunate all’annuncio del risultato del primo turno delle elezioni presidenziali francesi, provocando diversi danni. Circa 500 persone, per lo più giovani, hanno marciato per le strade di Rennes cantando slogan anticapitalisti e antifascisti. Arredi urbani sono stati distrutti e finestre di filiali bancarie sono state danneggiate. In una piazza del centro cittadino è stato acceso un incendio con materiale di cantieri edili che ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco.

Aggiornato il 11 aprile 2022 alle ore 19:19