Tra la tutela dell’Artico e le azioni della Russia
Tra le importantissime tematiche della seconda edizione del Festival “Italia chiama Artico”, organizzato dall’Osservatorio Artico in collaborazione col Centro Studi Amistades, notevole attenzione è stata riservata all’impatto dei cambiamenti climatici sulle infrastrutture strategiche quali i porti, e il ruolo dell’Italia e degli stakeholder nazionali nello scenario geopolitico che cambia. Inevitabile affrontare anche l’attualità geopolitica dei Paesi artici dopo l’aggressione russa all’Ucraina e le nuove dinamiche diplomatiche tra i Paesi del Nord. Tra gli ospiti del Festival, estremamente interessante è stata la relazione di Johan Vibe, l’attuale ambasciatore del Regno di Norvegia in Italia, che ha sviscerato “l’importanza dell’Artico per la Norvegia che deve attuare strategie nazionali concrete per la tutela del settore marittimo e della portualità, rincorrendo politiche di bassa tensione con la Russia anche in questo periodo tragico e complesso dovuto all’aggressione dell’esercito di Mosca all’Ucraina”.
Durante il mese di marzo, la Nato ha svolto in Norvegia la sua più grande esercitazione dell’anno, per dimostrare la sua capacità di venire in soccorso, se necessario, dei Paesi nordici. Cold Response 2022 ha coinvolto circa 30mila soldati, 200 aerei e 50 navi provenienti da 27 Paesi. La sicurezza dell’Artico è estremamente importante per le istituzioni del Regno della Norvegia e dei suoi alleati. “Ci alleniamo per rafforzare la Norvegia per i suoi alleati. Questa esercitazione non si svolge a causa dell’attacco lanciato dalle autorità russe all’Ucraina; tuttavia, il contesto la rende più significativa”, aveva dichiarato a France Presse il ministro della Difesa norvegese, Odd Roger Enoksen. Durante i lavori del Festival, l’ambasciatore norvegese in Italia ha ribadito: “risulta importante trovare un buon equilibro tra la tutela della biodiversità marina, dell’ambiente e l’utilizzo delle risorse per la crescita economica. Il valore della cooperazione nello spazio marittimo è per l’Artico decisamente importante, in quanto la convenzione del diritto del mare e ulteriori accordi specifici tra Stati rendono la regione artica priva di vuoti normativi. La cooperazione tra Norvegia e Danimarca è un esempio importante ma noi abbiamo anche un accordo con la Russia, sancito già nel 2010.
Attualmente, non registriamo mutamenti strategici significativi della Russia in Artico. Dopo l’aggressione, la Russia è stata sospesa dal Consiglio Artico ma noi speriamo di riuscire a salvaguardare l’azione del Consiglio anche nell’immediato futuro, continuando a mantenere una bassa tensione sul piano militare nella Regione. Tuttavia, come tutti i Paesi alleati ed europei, la Norvegia ha reagito duramente al conflitto scatenato dalla Russia, sostenendo l’Ucraina economicamente, sancendo delle sanzioni verso Mosca e con l’aiuto militare all’Ucraina. L’attacco russo è un segnale che ci aiuta a capire che bisogna rafforzare la cooperazione alleata dei Paesi nordici per continuare a garantire la sicurezza e la stabilità dell’Artico anche nel prossimo futuro”.
Il governo norvegese ha recentemente rivisto la propria strategia geopolitica per il futuro marittimo dell’Artico per rafforzare la sorveglianza, la capacità di monitoraggio, l’analisi della regione e le esercitazioni militari per il controllo del territorio, poiché non va dimenticato che il 10 per cento dell’attuale popolazione norvegese vive nell’Artico. Sul futuro del trasporto marittimo, la Norvegia non registra una consistente corsa ai passaggi navali nel nord e nonostante questa sia una tematica estremamente attuale e importante, le uniche cifre in crescita, riguardanti il trasporto marittimo, sono legate all’aumento del trasporto del Gnl. Le istituzioni della Norvegia hanno ben compreso che ai rischi ambientali che possono registrarsi dall’utilizzo incontrollato della rotta artica dobbiamo aggiungere anche un nuovo rischio geopolitico.
Aggiornato il 08 aprile 2022 alle ore 09:34