Russia-Ucraina e i sette fratelli del trading

Da tre giorni i sette commercianti di petrolio, prodotti e commodities energetiche e non solo, con sede in Svizzera – chiamati i sette fratelliVitol, Trafigura, Mercuria, Gunvor, Glencore, Cargill e Gerald, non accettano più documenti bancari, lettere di credito o garanzie bancarie, bensì trasferiscono solo con il cash. Va da sé che le sanzioni verso la Russia insieme alla posizione atlantica stanno diventando un problema enorme per tutto il pianeta, prospettando uno scenario catastrofico, soprattutto se viene fatto qualche passo falso.

Iniziamo a raccontare chi sono i trader che abbiamo appena citato.

Secondo le più recenti stime sono i principali colossi del trading del settore petrolifero globale; basti pensare che solo Vitol, Trafigura e Glencore gestiscono all’incirca 19 milioni di barili di greggio al giorno, più o meno il 10 per cento della domanda di petrolio. Sono coloro che forniscono di petrolio le famose sette sorelle del petrolio anglo-americano.

Vitol, con sede centrale a Ginevra, è una società olandese che con il suo fatturato di 231 miliardi di dollari è la più grande commerciante di energia indipendente nel mondo. L’azienda spedisce più di 350 milioni di tonnellate di petrolio e controlla 250 superpetroliere e altre navi per spostarlo in tutto il mondo.

Glencore International plc è una società mineraria e di scambio merci multinazionale anglo-svizzera con sede a Baar (Svizzera). È la più grande compagnia al mondo per commercio di materie prime. Nel 2010 aveva quote del 60 per cento nel mercato globale dello zinco, 50 per cento nel rame e 3 per cento nel petrolio. Glencore ha strutture di produzione per gas naturale, petrolio, carbone, minerali, metalli e prodotti agricoli in tutto il mondo, oltre ad industrie per la lavorazione del cibo.

Trafigura, società con sede a Ginevra, con a capo Jeremy Weir, supporta la società britannica nazionale British Petroleum nei rapporti con la Russia. Secondo il Financial Express, tramite Trafigura la British Petroleum ha siglato un importante contratto con una raffineria indiana, quella della compagnia russa Rosneft situata a Nayara.

Gunvor, società con a capo lo svedese multimilionario Torbjörn Törnqvist, è una società cipriota con sede principale a Ginevra che con il suo fatturato di 75 miliardi di dollari; come le altre è una società che si occupa di petrolio e altri prodotti. È la quarta società più grande al mondo del settore dopo Glencor, Vitol e Trafigura. Il più grande fornitore di petrolio di questa compagnia una volta era la Russia, mentre ora la maggior parte del suo greggio proviene dalle Americhe, con meno del 13 per cento proveniente dalla Russia.

Mercuria è una società di trading petrolifero con sede cipriota, fondata nel 2004 da Marco Dunand e Daniel Jaeggi, ex dirigenti di Phibro. In precedenza Mercuria ha assunto il controllo di J&S group, che prende il nome dagli uomini d’affari ucraino-polacchi Jankilevitsch e Vyacheslav Smolokowski. Mercuria muove circa 1,5 milioni di barili al giorno di crude oil e prodotti simili verso Argentina, Canada, Stati Uniti, Europa e Cina. È una società fortemente attiva nelle energie rinnovabili, in particolar modo verso la transizione energetica in Europa e Usa.

Cargill, con la sua divisione petroleum è una compagnia petrolifera americana da poco acquisita dal gruppo finanziario Macquarie Group, opera in tutto il mondo e ha diverse sedi fra cui Ginevra. È una compagnia storica che opera nel settore del food e dell’agricoltura, con un fatturato che si aggira intorno ai 135 miliardi di dollari.

Gerald Group è la più grande compagnia indipendente di metallo nel mondo, commercia materie ferrose, non ferrose e metalli preziosi, con il suo fatturato astronomico ha la sua sede principale a Londra, ma è dislocata in tutto il mondo.

Queste sette società, le più potenti del pianeta che controllano l’energia, il petrolio, i metalli e il food, hanno scelto di commerciare solo in cash. Perché? Sono la risposta alle sanzioni verso la Russia, come ad esempio il blocco delle transazioni bancarie. Se i sette fratelli smettono di fornire le famose sette sorelle – Exxon, Mobil, Texaco, Standard oil of California, Gulf oil, Royal Dutch Shell e la British Petroleum – a breve tutto potrebbe arenarsi criticamente. Si pone un grande problema per la scelta di sanzionare la Russia, più che altro il rischio che il conflitto si inasprisca sfociando nella Terza guerra mondiale è altissimo; le scelte di reagire con un braccio di ferro stanno diventando pericolose perché i sette fratelli stanno facendo quadrato intorno a Putin.

Voglio ricordare che mentre gli Stati Uniti sono lontani, l’Italia è puntellata di basi Nato e un potenziale attacco missilistico colpirebbe presto il nostro Paese, quindi prima di prodigarsi a inviare armi, sarebbe auspicabile organizzare - con un’azione congiunta del vaticano - azioni diplomatiche e d’intelligence.

Non so come sarà la Terza guerra mondiale, ma sono certo che la quarta sarà con le fionde” (A. Einstein).

 

Aggiornato il 07 marzo 2022 alle ore 16:55