Caos Ucraina: cosa aspettarsi dall’attuale conflitto?

La guerra in corso tra Russia e Ucraina preoccupa il mondo intero non solo per gli esiti imprevedibili, ma soprattutto per un eventuale allargamento del conflitto. Ma come siamo arrivati allo scontro? Nel mese di dicembre dello scorso anno Mosca ha comunicato una serie di richieste che includevano il divieto all’Ucraina di entrare nella Nato e la riduzione delle truppe e dell’equipaggiamento militare della Nato nell’Europa dell’est. Gli Stati Uniti e la Nato hanno respinto queste richieste avvertendo la Russia di ritorsioni economiche, cioè sanzioni. Ora, l’inizio del conflitto ha acuito le tensioni nelle relazioni tra Russia, Stati Uniti ed Europa.

Che cosa aspettarsi dall’attuale conflitto?

Con l’invasione russa in Ucraina ci saranno sanzioni economiche ad alto impatto, ma il danno maggiore per i russi arriverebbe, probabilmente, sul terreno se l’Ucraina sarà in grado prima di causare delle perdite con le forze armate regolari per poi passare ad una forma di guerriglia nelle aree occupate. Un’efficace attività di guerriglia dietro le linee russe, che vedrebbe alte perdite logistiche, potrebbe costare molto alla Russia sia dal punto di vista economico che dal punto di vista del morale, e i militari di Mosca sono profondamente consapevoli di questo, visto l’alto prezzo pagato in passato a causa della guerriglia in Afghanistan, e negli altri conflitti in cui si sono buttati a capofitto: Georgia, Abkhazia, Transnistria, Tajikistan, Cecenia, Dagestan. In Cecenia hanno particolarmente sofferto nei combattimenti nei centri abitai e da lì hanno sviluppato nuove dottrine, tattiche e mezzi. Probabilmente gli ucraini si sono già organizzati in questo senso con la creazione di depositi di armi e munizioni diffusi in tutto il territorio nazionale ai quali i “guerriglieri” avrebbero facile accesso. Una delle armi più efficaci che gli Ucraini potrebbero dispiegare per rallentare la forza d’invasione sono le mine e si presume che l’Ucraina ne possieda grossi quantitativi da impiegare per difendere diverse aree dalle forze russe. Un’altra arma di facile utilizzo sono gli Ieds che possono essere utilizzati efficacemente per attaccare qualsiasi mezzo di trasporto, truppe o logistica dell’esercito russo, in quanto sono economici, di facile costruzione e difficili da identificare. Nei recenti conflitti, gli insorti hanno nascosto questi dispositivi in qualsiasi oggetto, dalle lattine d’acqua alle carcasse di animali. Possono variare in dimensioni da piccoli dispositivi antiuomo a container o piccole strutture piene di nitrato di ammonio.

Ciò obbligherebbe la Russia ad impegnare considerevoli truppe e risorse per mantenere aperte le linee di comunicazione, senza parlare dell’effetto negativo sul morale delle truppe e della risonanza mediatica che potrebbero avere in patria, magari causando manifestazioni contro la guerra in tutto il paese facendo scendere il gradimento dei leader russi al governo. I militari ucraini avevano iniziato ad addestrare i riservisti e le milizie alla guerra e dovrebbero aver avuto anche il tempo di dare istruzioni sulla guerriglia, a combattere nei centri abitati, nelle tecniche necessarie per costruire, posizionare e far esplodere questi ordigni. Gli insorti in altri teatri operativi hanno mostrato una notevole ingegnosità nello sviluppo di trigger attivabili a distanza utilizzando telecomandi per aperture di porte, telefoni cellulari, tubi da giardino e altri semplici dispositivi per chiudere i circuiti elettrici. Inoltre l’Ucraina ha già acquistato una serie di droni Bayrakter 2 dalla Turchia, che si sono dimostrati di grande successo in diversi teatri, incluso il recente conflitto del Nagorno Karabakh. Ma visto l’alto costo potrebbero optare per i droni israeliani più economici ma ugualmente efficaci. Anche i missili controcarro Javelin e contraerei Stinger, di recente acquisizione, possono essere veramente micidiali per le forze occupanti. Di contro, i costi umani di una ribellione contro la forza di invasione russa sarebbero devastanti, ma è molto probabile che gli ucraini siano disposti a pagare questo prezzo per difendere la loro terra.

Paesi Baltici

Nel frattempo, gli alleati negli stati baltici hanno chiesto agli Stati Uniti e ad altri membri della Nato di inviare ulteriori rinforzi per le preoccupazioni di potenziale aggressione russa. Circa 800 soldati statunitensi verranno schierati nei Nato Battlegroup Polonia e Estonia, per “rafforzare gli alleati della Nato anche in risposta alle ammissioni russe di non ritirare le forze russe dalla Bielorussia. Le truppe fanno parte di una task force statunitense in Italia. A loro si unirà anche un battaglione dell’aviazione d’attacco di 20 elicotteri Ah-64 dalla Germania. Una task force dell’aviazione d’attacco di 12 elicotteri Ah-64 si sposterà questa settimana dalla Grecia alla Polonia, dove gli Stati Uniti hanno già circa 8.700 soldati, di cui circa 4.700 schierati nelle ultime tre settimane. Il Regno Unito ha inviato rinforzi al Nato Battlegroup Estonia pari a circa mille uomini con il Royal Welsh Battlegroup, che comprende veicoli corazzati e personale dei Royal Engineers, del Royal Tank Regiment, del Royal Armored Corps e della Royal Artillery. La Germania ha rinforzato il suo contingente con circa mille uomini inserendo una batteria di Spz 2000 semoventi da 155 mm. nel Nato Battle Group Lituania. L’Italia aveva già rinforzato il suo dispositivo inserito nella Nato Battle Group Lettonia con un plotone di blindo Centauro. La Nato a Bruxelles, ha deciso di implementare il numero dei Battle Groups, tra cui uno in Romania per il quale la Francia si è già offerta quale leader, ed un altro in Bulgaria.

(*) Tratto da Notizie Geopolitiche e Il Nodo di Gordio

Aggiornato il 25 febbraio 2022 alle ore 12:44