Cuba: primo morto nelle proteste

Un 36enne è morto nella periferia de L’Avana. È la prima vittima delle proteste che, da domenica 11 luglio, infiammano il Paese. L’uomo si chiamava Diubis Laurencio Tejeda, ucciso durante la manifestazione svoltasi presso il Consiglio popolare della Güinera, nel comune di Arroyo Naranjo, nella zona sud della capitale. A darne notizia sono state le autorità cubane. Negli scontri, diverse persone sono state arrestate e altre, tra cui degli agenti, sono rimaste ferite.

La tensione a Cuba non accenna a diminuire. In manette sono finite decine di oppositori politici, attivisti e persino una reporter del quotidiano spagnolo Abc, presente sull’isola per documentare la protesta. Saccheggi, lanci di sassi e bottiglie contro polizia e militari e attacchi ai negozi gestiti dal Governo continuano nelle città principali, dove migliaia di persone continuano a riversarsi per le strade.

Il pugno duro del presidente Manuel Díaz-Canal ha suscitato diverse proteste a livello internazionale, con Bruxelles che ha definito “inaccettabile” la risposta del regime alle manifestazioni e gli Usa che denunciano la mancanza di volontà del Governo cubano di ascoltare la voce del popolo “profondamento stanco di una repressione in atto da troppo tempo”.

Dall’altro lato della barricata, i Paesi latino-americani hanno fatto fronte comune a sostegno del Governo cubano. Il Messico e l’Argentina hanno chiesto la fine dell’embargo e delle sanzioni imposte a L’Avana, mentre il presidente boliviano Luis Arce ha denunciato le “azioni destabilizzanti”, la “disinformazione” e un “attacco straniero” ai danni dell’isola caraibica. Il presidente venezuelano Nicolás Maduro Moros, il cui Paese è stato bersaglio delle sanzioni americane, ha espresso il suo pieno sostengo al popolo e al Governo rivoluzionario di Cuba.

Anche Cina e Russia hanno fatto sentire la loro voce, entrambe mettendo in guardia su possibili interferenze straniere nella questione. In particolare, il Governo di Pechino ha chiesto a gran voce la revoca dell’embargo a Cuba e ha chiesto agli Stati Uniti di rivedere i loro rapporti con l’isola, in un’ottica positiva che permetta al Paese di superare il difficile momento di pandemia.

Aggiornato il 14 luglio 2021 alle ore 16:40