Minori immigrati male accompagnati

Diritto d’asilo o autorizzazione a delinquere? In Francia dilaga il teppismo dei (finti) immigrati minori non accompagnati provenienti dal Maghreb (Marocco, Algeria e Tunisia, in particolare) che, letteralmente, passano al setaccio per… svaligiarli interi quartieri centrali e periferici di Parigi, facendo incetta di catenine, denaro e telefonini sottratti con destrezza a turisti e passanti, o consegnati ai piccoli ladri dalle loro vittime sotto la minaccia di un coltello. Adolescenti ad alto rischio, che assaltano nottetempo gli esercizi commerciali, abbattendo recinzioni e forzando cancelli sotto l’effetto di stupefacenti a buon mercato.

Minori violenti all’apparenza, che risultano letteralmente incontrollabili, anche perché la legislazione francese (come quella italiana) è iper-garantista e piuttosto tollerante nei confronti della loro condizione di minorità e della tenuità (in assenza di violenza grave) dei reati commessi. Pertanto, una volta fermati in flagranza di reato, vengono detenuti per il tempo strettamente necessario all’accertamento della loro identità, e immediatamente rimessi in libertà in base ai benefici di legge. Così, gli indici di criminalità comune per i reati commessi da minori stranieri sono passati dal 12,3 per cento del 2019 al 27,4 per cento nel 2020. L’ultimo anno è stato assai problematico, per questo particolare tipo di delinquenza, sotto il punto di vista pandemico in quanto, in mancanza dei numerosi turisti che affollano i principali musei e piazze parigini e a causa dei lockdown sempre più stringenti, è venuto meno il… bacino di utenza abbondante nei tempi normali, come quello dei turisti distratti e disattenti.

I francesi e i parigini, invece, consci della pericolosità e ubiquità della violenza minorile, si tengono ben stretti i propri averi costringendo i piccoli criminali a fare ricorso alla violenza nel corso dei relativi tentativi di furto. E questo tipo di reato, rispetto alla totalità dei crimini commessi in un anno dai minori non accompagnati, ha avuto una impennata del 10 per cento nel 2020 in confronto all’anno precedente. Con l’arrivo di parecchie decine di minori isolati, violenti e politossicomani, che passano le loro giornate a mandare giù pillole di Rivotril (una benzodiazepina a buon mercato, la cui formula farmacologia è stata riciclata come droga a basso prezzo), normali attività poste su strada come bistrot, esercizi commerciali e farmacie corrono il rischio di venir reiteratamente rapinate. Per mostrare ai loro amici e compagni rimasti in Patria le loro attività di… successo, questi giovani sbandati si fanno selfie provocatori a ridosso della Tour Eiffel, mostrando all’obiettivo pacchi di banconote, in modo da far credere a tutti di fare la bella vita e coltivare così nelle menti di chi è rimasto a casa l’illusione di un avvenire migliore sul continente europeo. Un vero e proprio pull-factor, che va a tutto vantaggio dei circuiti criminali francesi (in genere, gestiti da delinquenti magrebini senza titolo di soggiorno) che li sfruttano e li addestrano al furto con scasso o con destrezza.

Questi adolescenti si sono lasciati dietro le proprie case e i quartieri fatiscenti in Marocco, Algeria (e, più di rado) Tunisia, nel tentativo di affrancarsi da una vita grama e senza speranze, dalla quale intendevano fuggire a ogni costo, ignorando che da noi sarebbe loro successo molto di peggio, andando incontro all’abuso di droga e alcool, all'indigenza e alla delinquenza. Questo tipo di impatto ha creato enorme disagio nella popolazione parigina e nei commercianti, che vengono derubati e rapinati più e più volte, tanto da costringerli a invocare misure di autodifesa attraverso l’istituzione di ronde notturne, a protezione dei propri esercizi commerciali. E loro, i minori autori dei reati contro la proprietà, non si fanno il minimo scrupolo di rendersi discreti e invisibili dopo e durante le loro azioni illegali.

Al contrario: svegliano il vicinato con rumori assordanti, e quando gli inquilini chiamano la polizia quest’ultima li sorprende in flagranza di reato, senza che i minori responsabili si siano dati la minima preoccupazione di allontanarsi dalle strade del quartiere preso d’assalto. I funzionari dei commissariati allargano sconsolati le braccia, davanti a quei loro modi di operare grossolani e spacconi: del resto, che fare vedendoli agire sotto l’effetto di stupefacenti e spesso ubriachi, cosa che li rende banalmente individuabili? Tuttavia, malgrado quel loro stato disinibito e fuori controllo, raramente gli adolescenti problematici si ribellano all’arresto, preferendo sfogare la violenza anche tra di loro, una volta posti a stretto contatto nella stessa cella.

Ovviamente, in questo losco commercio di esseri umani i social network svolgono la parte del leone. Su Facebook, in particolare, circolano dettagliate informazioni in cui si elencano i vantaggi a operare nella zona parigina, grazie alla presenza di numerosi siti turistici e all’esistenza di una legislazione particolarmente favorevole alla tutela dei minori. Che, però, molto frequentemente non sono tali! Infatti, di fronte alle notevoli difficoltà a identificare questo tipo di adolescenti che si dichiarano invariabilmente minori, le autorità di sicurezza francesi sono costrette a richiedere la cooperazione di quelle dei Paesi d’origine. Su più di mille richieste avanzate da parte francese, la polizia municipale parigina ha ricevuto 330 risposte per lo più dall’Algeria, che hanno rivelato come, al 95 per cento, si trattasse di falsi minori! In compenso, dopo laboriose indagini durate parecchi mesi, la stessa forza di polizia ha individuato ben due mini reti di sfruttatori, e almeno cinque persone sono state arrestate con accuse piuttosto pesanti, quali la tratta aggravata di esseri umani e l’organizzazione a delinquere, mentre un altro sospetto è stato assoggettato a misure cautelari per riciclaggio di refurtiva.

Gli arrestati, di origine marocchina e algerina, hanno una età che varia dai venti ai trenta anni e si trovano in situazione irregolare rispetto al soggiorno. Gli adulti si sono fatti carico della gestione dei minori immigrati, che hanno provveduto a ospitare e formare alla loro scuola di ladri, smistandoli poi nelle aree urbane e sulle reti del trasporto maggiorente redditizie (linee centrali del metrò; Notre Dame; Opera), dopo aver fissato per ciascuno di loro gli obiettivi da raggiungere, come il numero di cellulari e delle catenine da rubare per ogni giorno di… lavoro! Forse, qui da noi in Italia e lì, in Francia, occorrerebbe ridisegnare il quadro legislativo che riguarda la delinquenza minorile dei minori non accompagnati, offrendo loro anche coattivamente l’accesso a centri di recupero e di avviamento al lavoro che siano una cosa seria, non l’ennesima occasione di business per un terzo settore velleitario e improduttivo!

Aggiornato il 19 maggio 2021 alle ore 10:31