Vienna colpita a pochi giorni dall’attentato di Nizza

Il 12 settembre 1683 Vienna fu protagonista di quella che ritengo possa essere annoverata tra le più importanti battaglie della storia. La vittoria della coalizione cristiana contro quella che fino ad allora era stata definita la “minaccia d’Europa”, l’Impero ottomano, che stava assediando la capitale austriaca da mesi, determinò un nuovo assetto geopolitico dove l’Impero turco iniziò una contrazione che lo trasformò prima nel “malato d’Europa” e poi lo condusse, finita la Prima guerra mondiale, alla sua disintegrazione. A Vienna tale trionfo fu festeggiato con imponenti cerimonie: “macchine trionfanti” (carri allestiti), stendardi, ma anche con la creazione della panificazione del cornetto che simboleggiava la mezza luna ottomana che veniva ovviamente mangiata. Inoltre, l’usanza di esporre nei giardini viennesi le “teste di turco”, come arredamento, fu un altro ricordo di quella epica battaglia. Rammento che il significato della “testa di turco” è frutto di una delle strategie belliche di ambo le parti. Il valore del trionfo cristiano guidato da Giovanni III Sobieski re polacco a capo della “Lega Santa”, fu strategico ma anche molto simbolico, veniva innanzitutto scongiurato il programma di Kara Mustafà gran visir ottomano il quale aveva dichiarato che sfondati i bastioni viennesi avrebbe occupato Roma e fatto pascolare i suoi cavalli nella Città del Vaticano.

Ieri a Vienna si è celebrata l’ennesima strage, presumibilmente di matrice jihadista, come annunciato anche dal quotidiano tedesco “Bild”, il quale afferma che il principale autore dell’attacco è un membro dell’organizzazione dello Stato islamico che lunedì avrebbe preannunciato la sua azione su Instagram. Tuttavia Harald Sörös, portavoce del ministero dell’Interno, è stato più cauto non smentendo le informazioni date da Bild, ma dichiarando all’agenzia di stampa austriaca Apa: “Non possiamo confermarlo al momento”. L’atto terroristico si è svolto nel cuore di Vienna nei pressi del Teatro dell’Opera e vicino ad una importante sinagoga. A caldo Oskar Deutsch, presidente della Comunità israelita di Vienna (Ikg), ha sottolineato: “A questo punto non è possibile dire se la sinagoga fosse l’obiettivo dei cecchini”. Ma visto il quadro generale e dato che gli attacchi terroristici hanno sempre uno scopo simbolico, l’ipotesi non è da scartare. L’efferatezza del gesto terroristico ripercorre, come altri, un copione già visto: terroristi armati pesantemente, spietati, “ripassano” sotto i colpi un cittadino già colpito: circa un centinaio di spari esplosi in sei diversi luoghi.

Vedendo il canale televisivo pubblico Orf, alcuni testimoni hanno affermato, terrorizzati, di aver visto un uomo sparare “come un matto” con un’arma automatica: “Sembravano petardi, poi ci siamo resi conto che si trattava di colpi di arma da fuoco”. Secondo i dati della polizia e delle autorità preposte, tre persone sono state assassinate nell’attacco ed uno degli aggressori è stato “giustiziato” a colpi d’arma da fuoco dalla polizia che è intervenuta prontamente sulla scena, subendo però il ferimento di un militare. Michael Ludwig, sindaco di Vienna, tramite il suo portavoce, ha dichiarato al canale televisivo Orf che la prima vittima è un passante, la seconda una donna morta per le ferite riportate, inoltre ci sono anche 15 persone ricoverate, di cui sette in gravi condizioni. Ha dichiarato il ministro degli Interni austriaco Karl Nehammer che “Almeno un sospetto attentatore è in fuga e che l’attacco arriva poco dopo gli attacchi islamisti in Francia”. Il cancelliere Sebastian Kurz ha spiegato: “Non permetteremo mai a noi stessi di essere intimiditi dal terrorismo e combatteremo questi attacchi con tutti i nostri mezzi”. Le reazioni sono state unanimi da parte di vari capi di Stato, dagli Stati Uniti alla Francia e da tutta l’Europa, anche il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha condannato “l’orribile attacco”. Ora, in attesa di una probabile rivendicazione di qualche cellula dell’Isis, resta da attendere la presa di posizione di quell’Islam moderato che potrebbe contribuire consistentemente a combattere tali derive terroristiche e che potrebbe rafforzare una presa di posizione necessaria, per proseguire un costruttivo dialogo interreligioso, forse.

Aggiornato il 03 novembre 2020 alle ore 11:39