I musulmani di oggi come gli ebrei prima della Seconda guerra mondiale. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan tuona contro la “peste dell’islamofobia” in Europa e torna ad attaccare frontalmente Emmanuel Macron, mettendo ancora in discussione la “salute mentale” del presidente francese, dopo le affermazioni che avevano già spinto Parigi a richiamare l’ambasciatore ad Ankara.

Uno scontro dai toni sempre più accessi, accompagnato da un “appello alla nazione” a un boicottaggio dei prodotti francesi, proprio mentre l’economia turca appare sempre più in difficoltà e la lira tocca nuovi minimi storici sullo sfondo delle tensioni internazionali. A scatenare una bufera di polemiche è soprattutto il paragone con la Shoah. Fonti della Farnesina giudicano “grave ogni tipo di strumentalizzazione politica dell’Olocausto e condannano gli attacchi mossi nei confronti di Berlino e Parigi”. A insorgere sono anche le comunità ebraiche. “Un fatto grave e inaccettabile”, l’ha definito Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma, mentre il Centro Wiesenthal di Gerusalemme ironizza su Erdogan come “grande esperto di storia”. La “guerra santa” di Erdogan si allarga a tutta l’Europa.

“Contro i musulmani si sta compiendo una campagna di linciaggio simile a quella contro gli ebrei prima della Seconda guerra mondiale. Faccio appello alla cancelliera Angela Merkel. Se voi avete libertà di religione, com’è che ci sono stati quasi 100 attacchi contro moschee? Voi siete i veri fascisti”, attacca il leader di Ankara, chiedendo ai “responsabili politici europei” di “fermare la campagna d’odio diretta da Macron”. Accuse che invece scatenano l’indignazione del Vecchio Continente. A difesa del presidente francese si schierano uno dopo l’altro i leader europei. Parole “inaccettabili”, le definisce il premier Giuseppe Conte, secondo cui “le invettive personali non aiutano l’agenda positiva che l’Ue vuole perseguire con la Turchia ma, al contrario, allontanano le soluzioni”.

Di affermazioni “diffamatorie e assolutamente inaccettabili” parla anche il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, mentre il premier olandese Mark Rutte afferma che “i Paesi Bassi si schierano saldamente con la Francia e per i valori collettivi dell’Unione europea”. Condanne giungono anche dai principali gruppi del Parlamento Ue, a sua volta chiamato da Erdogan a non “ignorare l’islamofobia”.

Ma da Bruxelles si cerca anche di gettare acqua sul fuoco. “Una cosa è la reazione immediata” a sostegno della Francia dei vertici dell’Ue, un’altra sono “le riflessioni a lungo termine” sul rapporto con Ankara, sottolineano dalla Commissione. Una decisione al riguardo è attesa a dicembre, anche alla luce degli sviluppi nel Mediterraneo orientale. Al centro dello scontro restano poi le vignette sul profeta Maometto, ripubblicate il mese scorso da Charlie Hebdo e nuovamente difese da Macron durante la cerimonia in memoria di Samuel Paty, l’insegnante ucciso da un giovane ceceno dopo aver mostrato in classe le caricature. Una vicenda che continua a far ribollire il mondo musulmano. Il fronte va dall’Iran, che accusa Parigi di alimentare “l’estremismo” e “abusare della libertà di parola”, al Pakistan, che ha convocato l’ambasciatore francese a Islamabad per “presentare la più forte protesta” contro la “pubblicazione di disegni blasfemi”. E dopo le manifestazioni di piazza nella Striscia di Gaza, è giunta anche la condanna del Gran Muftì di Gerusalemme e della Palestina, lo Sceicco Mohammad Hussein, che ha definito le caricature del giornale satirico francese “immorali e selvagge”.

Aggiornato il 27 ottobre 2020 alle ore 12:23