
La Russia replica con indignazione alle accuse tedesche sul caso Alexei Navalny. Dopo l’attacco sferrato dalla cancelliera Angela Merkel, il governo di Mosca rivendica la propria estraneità all’avvelenamento del dissidente anti-Putin. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov è convinto che non ci siano i motivi per discutere di eventuali sanzioni alla Russia, sottolineando come alcuni Paesi siano giunti a conclusioni affrettate. “I test effettuati in Russia non hanno evidenziato tracce di avvelenamento”, ha sottolineato Peskov. “I test multipli fatti prima che il paziente fosse mandato a Berlino non hanno evidenziato tracce di avvelenamento. Siamo assolutamente interessati a scoprire cosa è accaduto al paziente ricoverato a Berlino”, ha dichiarato ancora Peskov, aggiungendo che la Russia non ha ancora ricevuto dalla Germania le informazioni richieste.
Sullo scontro diplomatico tra Germania e Russia è intervenuto Peter Stano. Il portavoce della Commissione europea per gli Affari esteri, durante l’incontro con la stampa a Bruxelles, ha risposto, ad una domanda impegnativa: l’Ue sta pensando a sanzioni nei confronti della Russia? “In questa fase – ha replicato Stano – non c’è alcuna indagine” sull’avvelenamento di Aleksei Navalny in Siberia. “Un’indagine deve essere lanciata, è difficile parlare di punizione se non ci sono colpevoli”, ma il Consiglio, dopo la conferma arrivata ieri dalla Germania che Navalny è stato avvelenato con un agente nervino, “sta discutendo. Servono risposte”, che possono arrivare solo da “un’indagine libera da ogni interferenza”.
Aggiornato il 03 settembre 2020 alle ore 14:28