Taiwan non cede al tentativo cinese di annessione

Nello scontro tra Washington e Pechino sul Coronavirus irrompe la questione di Taiwan. “Non sarà tollerata mai la separazione di Taiwan dalla Cina”, ha detto Ma Xiaoguang, portavoce dell’Ufficio per gli Affari di Taiwan del governo cinese, in risposta al discorso inaugurale di Tsai Ing-wen del suo secondo mandato presidenziale a Taipei. E a proposito delle congratulazioni inviate dal segretario di Stato Usa Mike Pompeo alla presidente, il ministero della Difesa di Pechino ha reagito duramente: “L’esercito di liberazione popolare ha ferma volontà, piena fiducia e sufficiente capacità per sconfiggere ogni forma di interferenza esterna”. Taiwan non accetterà l’offerta della Cina di “un Paese, due sistemi” in stile Hong Kong, ha ribadito Tsai Ing-wen nel suo discorso inaugurale. “Non accetteremo – ha insistito – l’uso da parte di Pechino di ‘un Paese, due sistemi’ per declassare Taiwan e minare lo status quo. Restiamo fermi nel rispetto di questo principio”.

Nel discorso tenuto dopo aver prestato giuramento per il suo secondo e ultimo mandato, Tsai ha affermato che le relazioni tra Taiwan e Cina hanno raggiunto una svolta storica. “Entrambe le parti – ha osservato – hanno il dovere di trovare un modo per coesistere a lungo termine e prevenire che si intensifichino antagonismo e differenze”. Tsai e il suo Partito democratico progressista hanno vinto con ampi margini le elezioni presidenziali e parlamentari di gennaio, avendo per piattaforma l’opposizione alla Cina, pronta a prendere il controllo dell’isola ribelle anche con la forza, se necessario. Pechino, ha ripetuto più volte il presidente Xi Jinping, ha proposto il modello “un Paese, due sistemi”, al fine di garantire un alto grado di autonomia come per Hong Kong. Le proteste e gli scontri anti-governativi e pro-democrazia iniziati a giugno 2019 nell’ex colonia hanno tuttavia rafforzato a Taipei la convinzione dell’inaccettabilità del piano cinese.

La Cina ha intensificato le manovre militari intorno a Taiwan dopo la rielezione di Tsai, con aerei da combattimento e navi da guerra. La presidente ha citato Taiwan con il nome ufficiale di “Repubblica di Cina”, diverso dalla “Repubblica popolare cinese”, rimarcando gli sforzi fatti per mantenere la pace e la stabilità nello stretto che separa l’isola dalla Cina. L’amministrazione guidata da Donald Trump ha fortemente sostenuto Taiwan, anche se gli Stati Uniti riconoscono solo il governo cinese, diventando un’altra fonte di tensione tra Washington e Pechino anche per la vendita di armi e per una nuova legge a difesa dell’isola approvata dal Congresso americano. Il segretario di Stato Mike Pompeo ha inviato ieri le sue congratulazioni a Tsai, lodandone “il coraggio e la visione nel guidare la vibrante democrazia di Taiwan”, in un raro messaggio di alto livello di Washington al governo di Taiwan, riassunto anche su Twitter.

Questa mattina si è aggiunto anche un tweet di Joe Biden, l’ex vicepresidente Usa e sfidante democratico di Donald Trump alle presidenziali di novembre: “la fiorente democrazia di Taiwan e la risposta al Covid-19 sono un esempio per il mondo”. Dura la reazione cinese alle iniziative americane, che secondo il ministero degli Esteri di Pechino “violano le promesse fatte” e inviano un “segnale sbagliato alle forze separatiste” dell’isola. La Cina esprime “forte indignazione e condanna” su azioni che “danneggiano gravemente la pace e la stabilità delle relazioni Cina-Usa e intra stretto” e prenderà “le necessarie contromisure e gli Usa ne dovranno pagare le conseguenze”.

Aggiornato il 20 maggio 2020 alle ore 12:36