Coronavirus: il Madagascar batte l’Oms

La pandemia da Covid-19 nella sua tragicità ha scoperto molti aspetti dell’umanità che difficilmente si sarebbero potuti svelare se non in una emergenza planetaria. È così che il “virus” ha messo in luce una miriade di “scienziati” sconosciuti alla scienza, politici di “prima linea”, ignari della concezione “filosofica” della politica, tuttologi esperti sovraesposti, chissà per quale ragione, nei media nazionali, una miriade di eroi e purtroppo anche migliaia di vittime. C’è stato più di un tentativo, da parte di “inventori per caso”, di proporre “cure alternative” a quelle applicate per il coronavirus, ma per prudenza non propria, ma imposta, non hanno mai preso il “largo”. A questo ci sta pensando, seriamente, uno Stato africano, il Madagascar che con il suo “Covid-Organics” sta proponendo al pianeta la sua “formula risolutiva” al virus. Cosi in quell’Africa che soffre di “epidemie croniche”, il presidente del Madagascar Andry Rajoelina, ha presentato una terapia a base di foglie essiccate della pianta di Artemisia, che oltre che essere efficace nel trattamento delle malattie tropicali, sembra sia valida anche contro il Covid-19.

Il presidente Andry Rajoelina ha dichiarato in un comunicato stampa alcuni giorni fa che: “Sono stati avviati studi clinici e l’efficacia del rimedio è stata dimostrata riducendo ed eliminando i sintomi nei pazienti”; ha poi aggiunto Charles Andrianjara, direttore generale dell’Imra (Istituto malgascio di Ricerca applicata, fondato a Tananarive, capitale del Madagascar, da Albert Rakoto Ratsimamanga) che: “Sono piuttosto osservazioni cliniche. I pazienti si sono offerti volontari per testare la tisana e hanno visto un netto miglioramento dei sintomi. Questo ci dà una orientamento”. Non è stato però specificato il numero dei volontari che hanno intrapreso questa sperimentazione.

Chiaramente la notizia ha avuto una diffusione mondiale ed è stata accolta, come prevedibile, con scetticismo ma anche con entusiasmo. Andry Rajoelina, ha presentato il “prodotto” come orgoglio nazionale, esaltando il ruolo della ricerca malgascia, presentando il suo paese come all’avanguardia nella risoluzione della pandemia. I dati presentati dal presidente vogliono rappresentare la conferma dell’efficacia del trattamento: 124 i casi di contaminati da coronavirus e assenza di decessi, tale quadro ha permesso di decretare una parziale apertura, un “deconfinamento” dell’Isola, già applicato mercoledì scorso, confermando il prolungamento dello stato di emergenza sanitaria. Ha poi affermato Rajoelina che in questo contesto favorevole alla “distensione sociale”, comunque controllata, i bambini dalle primarie e delle secondarie saranno obbligati a consumare la tisana “vita malgascio”.

Tuttavia, secondo l’Accademia di medicina del Madagascar, il Covid-Organics non ha nessuna evidenza clinica, anche se vengono confermate le proprietà curative dell’Artemisia annua, nota sin dall’antichità, come erba curativa, il cui derivato chimico, l’artemisinina, è notoriamente usato per combattere la febbre malarica. Inoltre, in un comunicato stampa pubblicato martedì, l’Accademia di medicina malgascia ha sottolineato che: “si tratta di farmaci le cui prove scientifiche non sono ancora state chiarite e che rischiano di danneggiare la salute della popolazione, in particolare dei bambini. Va anche detto che il poco che si sa circa gli studi clinici condotti in Madagascar, solleva interrogativi all’interno della comunità scientifica internazionale, la quale insiste nel sostenere che è impossibile istituire, in quindici giorni o in un mese, uno studio clinico degno di questo nome inerente le virtù dell’Artemisia nella lotta al Covid-19, che, tra l’altro, oggi risulta poco conosciuto. Pierre Lutgen, un chimico che lavora in Lussemburgo e che da anni fa ricerca sulle virtù terapeutiche dell’Artemisia, sostiene che non ci sono prove cliniche e che non bisogna creare speranze, temendo, da “estimatore” dell’Artemisia annua, che questa pubblicità potrebbe screditare le virtù della pianta sulle malattie tropicali.

Anche se l’Accademia della medicina, come l’ex presidente del Madagascar Marc Ravalomanana (2002-2009), disseminano scetticismo nell’Isola, dichiarando che l’Oms non ha mai avallato tale “cura”, il governo è tutto dalla parte del presidente, come il capo dello staff della presidenza, Lova Hasinirina Ranoromaro, che definisce il Covid-Organics una misura adeguata per proteggere la popolazione.

La “tisana” si presenta in due forme: in una scatola di quattordici bustine al costo di 10.000 ariarys (2,42 euro) e in una bottiglia da 33 ml venduta a 1.500 ariarys (0,37 euro). L’attività agricola di coltivazione dell’artemisia coinvolge più di 10 mila addetti, controllati dall’Imra che è una fondazione privata nata nel 1957 e riconosciuta di pubblica utilità. Rinah Rakotomanga, consigliere del presidente ha dichiarato che: “Una formulazione farmaceutica, forma farmacologica del Covid-Organics, è attualmente allo studio e che la tisana sarà commercializzata dall’Imra nei prossimi giorni”. Vista l’emergenza pandemica e vista la percezione che molte comunità possono avere di tale “farmaco”, è ipotizzabile che l’operazione abbia un volume sia di produzione che di denaro cospicua.

Non stupisce che il presidente del Madagascar Andry Rajoelina gestisca l’emergenza pandemica a cavallo tra scienza, fede e “tradizione culturale”. La sua comunicazione politica ed informativa in merito è stata caratterizzata da una spiccata personalizzazione, soprattutto se teniamo in considerazione una pubblicazione fatta sulla sua pagina Facebook dove racconta l’arrivo, a novembre 2019 in Madagascar, di un brasiliano che profetizzò, che la Grande Isola avrebbe salvato il mondo da una “pandemia globale” grazie a piante endemiche.

Aggiornato il 29 aprile 2020 alle ore 11:55