Primarie dem, si ritira anche la Warren: ora è corsa a due

Ieri ha detto “basta” anche Elizabeth Warren. Dopo Michael Bloomberg, si ritira dalla corsa per la Casa Bianca, anche la candidata progressista. “Sospendo la campagna per la presidenza. Non sarò più in gara ma la nostra battaglia non è finita”. Parole di resa, nonostante il tono combattivo. Il ritiro della Warren dalle Primarie democratiche spianerebbe a sinistra la strada a Bernie Sanders, soprattutto nel caso di un endorsement convinto. Il crollo nei sondaggi e nelle prime tornate delle primarie, è stato preceduto da una fase in cui la senatrice era stata per un breve periodo tra i frontrunner, dimostrando che Sanders poteva alimentare una campagna contro l’establishment politico ed economico contando solo su un grande numero di piccoli donatori.

A questo punto, le primarie diventano una corsa a due: Joe Biden contro Bernie Sanders, l’anima moderata del partito contro quella più a sinistra. Biden è in vantaggio con 638 delegati, segue Sanders con 563. La Warren, staccatissima, ne aveva ottenuti soltanto 64. Formalmente resta in lizza anche Tulsi Gabbard, ma la sue speranze non sono suffragate dai fatti. Infatti, finora la sua dote politica vanta solo due delegati.

La Warren era stata la prima a scendere in campo fra i democratici, annunciando con netto anticipo la formazione di un comitato esplorativo per le elezioni. Il suo programma elettorale aveva ricevuto dei sostegni “di peso”: dalla famiglia Kennedy a quello del New York Times. La piattaforma della Warren prevedeva università e assistenza sanitaria gratis per tutti, la riforma del sistema per l’immigrazione, maggiori controlli su Wall Street e sui grandi monopoli, lotta al cambiamento climatico, uguaglianza razziale, sociale ed economica con aumento dei salari per i lavoratori e delle tasse per i ricchi.

 

 

Aggiornato il 06 marzo 2020 alle ore 17:06