Siria, regge il “cessate il fuoco” deciso da Putin ed Erdogan

“L’incontro tra Erdogan e Putin è incoraggiante. Se il cessate il fuoco regge avrà effetto immediato di allentare la potenziale crisi migratoria”. Lo ha detto il premier croato Andrej Plenkovic (presidenza di turno del Consiglio Ue), che ha portato il suo saluto alla riunione straordinaria dei ministri degli Esteri dei 27 sulla Siria.

Ieri Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan hanno trovato l’accordo. Dopo oltre sei ore di confronto hanno siglato l’intesa per il “cessate il fuoco” nella zona di Idlib dalla mezzanotte di ieri. L’intesa prevede anche due misure aggiuntive per allentare la tensione: la creazione di un corridoio lungo 6 chilometri a sud e a nord dell’autostrada M4 tra Latakia e Aleppo – entro sei giorni un comitato tecnico dovrà “definire i dettagli” – e dal 15 marzo partiranno i pattugliamenti congiunti russo–turchi su un tratto della stessa autostrada.

Mosca e Ankara hanno ribadito che “non c’è una soluzione militare alla crisi in Siria” e che la sovranità e integrità territoriale del Paese “va rispettata”. “Il cessate il fuoco” concordato ieri a Mosca con Putin “rende i nostri confini più protetti dal regime e dagli attacchi terroristici”. È quanto ha dichiarato Erdogan, parlando con in giornalisti al seguito sul volo di ritorno dalla Russia. “Il nostro obiettivo era di ottenere un cessate il fuoco. Ci siamo riusciti. Ma certamente continueremo a vigilare in ogni momento su eventuali violazioni e attacchi da parte del regime. Abbiamo dimostrato con forza la nostra determinazione in questa vicenda con le perdite inflitte al regime nell’ultima settimana”, ha aggiunto Erdogan.

Secondo il presidente turco, “in realtà l’Ue non ha nulla a che fare con il dossier di Iblib. Vogliono cogliere l’opportunità per svolgere un ruolo, ma quando si tratta di condividere il fardello, non ci sono più. Il nostro obiettivo è di permettere il processo politico indicato nella risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza dell’Onu e mettere fine alla guerra in Siria”, ha aggiunto il leader di Ankara.

 

 

 

Aggiornato il 06 marzo 2020 alle ore 16:29