Effetto Biden: Bloomberg annuncia il suo endorsement

Michael Bloomberg si ritira delle primarie democratiche e sostiene Joe Biden. È questo l’effetto del successo dell’ex vicepresidente di Barack Obama nel Super Tuesday. “Sleepy Joe”, come lo ha apostrofato sarcasticamente Donald Trump, si è svegliato. Biden, troppe volte è stato dato per spacciato, per bollito, per impenitente gaffeur, e invece è più vivo che mai. Ora è il catalizzatore di consensi, in grado di coalizzare attorno a sé gran parte di quell’elettorato che ha fatto le fortune di Obama: neri, ispanici, donne, indecisi e anche i giovani, nonostante i suoi 78 anni.

Un fatto è certo: per Bloomberg, il miliardario ex sindaco di New York, è stata un’uscita di scena ingloriosa, con un esordio alle urne a dir poco disastroso nonostante gli oltre 500 milioni di dollari spesi di tasca propria e una faraonica campagna elettorale che lo ha portato a vincere solo nelle Samoa Americane. “Bloom-Bust”, titolano i giornali, un fallimento, mentre Trump lo prende in giro su Twitter. E se il fronte moderato si compatta attorno a Biden, si respira aria di svolta anche a sinistra. Anche la senatrice Elizabeth Warren sembra ormai vicina al ritiro.

Ne beneficerà Bernie Sanders, anche se potrebbe essere troppo tardi. Ma nulla è ancora definitivo, la corsa verso la nomination di metà luglio, alla convention di Milwaukee, è lunga. Una corsa oramai a due, la cui prossima tappa non sarà meno decisiva. Il 17 marzo si vota in Stati chiave come la Florida, l’Ohio, l’Illinois, l’Arizona. Un piccolo Super Tuesday, in cui in palio c’è un bottino complessivo di 577 delegati. Ora Biden ne ha 566, Sanders 501, anche se i numeri definitivi arriveranno con i risultati finali delle ultime votazioni.

Aggiornato il 05 marzo 2020 alle ore 15:21