Crisi Usa-Iran: Ali Khamenei chiede vendetta

Ali Khamenei dà il via libera alla controffensiva iraniana contro l’America. Staccandosi dalla consueta tattica di nascondersi dietro le azioni degli alleati coltivati nella regione, la Guida suprema vuole che qualsiasi rappresaglia per l’uccisione del generale iraniano Qassam Soleimani da parte degli Stati Uniti sia un attacco diretto e proporzionato contro interessi americani, eseguito apertamente dalle forze iraniane. È questo l’allarme lanciato dal New York Times. Il noto quotidiano cita tre fonti iraniane presenti ad un incontro del Consiglio per la sicurezza nazionale dove Khamenei ha dettato la linea.

Intanto, una folla immensa si è radunata a Kerman per la sepoltura del generale Soleimani, la cui salma è nella cittadina dell’Iran sudoccidentale. Gli abitanti di Kerman sono arrivati in massa nel centro della città natale del generale Soleimani, dove è prevista la sepoltura. La mobilitazione appare delle stesse dimensioni di quelle organizzate domenica e lunedì a Teheran. L’Iraq ha chiesto lunedì in una lettera all’Onu che il Consiglio di sicurezza condanni il raid con cui venerdì scorso gli Usa hanno ucciso all’aeroporto di Bagdad il generale iraniano e il suo vice Abou Mehdi al-Mouhandis, affinché “la legge della giungla” non domini le relazioni internazionali.

L’operazione americana, si legge nella missiva dell’ambasciatore iracheno alle Nazioni Unite, “rappresenta una aggressione contro il popolo e il governo dell’Iraq, una violazione flagrante delle condizioni legate alla presenza delle forze americane in Iraq e una escalation pericolosa che potrebbe condurre ad una guerra devastatrice in Iraq, nella regione e nel mondo” Bagdad  chiede al consiglio di sicurezza di “adempiere alle sue responsabilità e di vigilare in modo tale che siano chiamati a rispondere coloro che commettono tali violazioni, che non violano solo i diritti umani ma anche il diritto internazionale, facendo prevalere la legge della giungla in seno alla comunità internazionale”.

Frattanto, secondo l’analista di Moody’s Alexander Perjessy, “un duraturo conflitto” fra Stati Uniti e Iran causerebbe “shock economici e finanziari” in grado di “peggiorare le condizioni operative e di finanziamento”. Perjessy sottolinea che un “prolungato conflitto avrebbe potenziali conseguenze globali, in particolare tramite gli effetti sul prezzo del petrolio”.

Aggiornato il 07 gennaio 2020 alle ore 17:02