La Società svedese di Gerusalemme, fondata nel 1900, ha dedicato la propria mission alle opere di carità a Gerusalemme e a Betlemme. Per diversi decenni, tuttavia, è stata ostile allo Stato ebraico di Israele. L’associazione ha tre obiettivi ufficiali nei territori palestinesi:
- Rafforzare la posizione delle donne
- Contribuire alla pace e alla riconciliazione
- Rafforzare la minoranza cristiana
Nonostante questi nobili obiettivi, la Società svedese di Gerusalemme pubblica una rivista in cui i contenuti, sebbene riguardino spesso Israele, hanno un tono assai ostile e fazioso. Nel primo numero della pubblicazione uscito nel 2018, si può leggere un’intervista a una preside di una scuola palestinese, in cui la donna afferma: “Noi soffriamo da così tanti anni, e potremmo soffrire per qualche altro anno, ma non è giusto dare il nostro denaro a qualcun altro. Perché non condividerlo?”.
Nello stesso numero, il vescovo della Chiesa luterana in Giordania, che appoggia il documento Kairos Palestina, afferma in un’intervista: “Il popolo eletto siamo anche noi cristiani, e non solo il popolo ebraico. Essere scelti non può mai accadere a spese di qualcun altro”.
Nello stesso numero, in un’intervista al politico palestinese Mustafa Barghouti, il vescovo paragona lo Stato di Israele al Sudafrica dell’apartheid. È importante rilevare che quando Barghouti ha fatto questo raffronto non gli sono state poste domande cruciali. Inoltre, non vi erano rappresentanti da parte israeliana autorizzati a commentare o a fornire alcun tipo di replica. Di conseguenza, ciò che permea i contenuti della rivista dell’organizzazione è la demonizzazione di Israele. La maggior parte dei membri del Consiglio della Società svedese di Gerusalemme ha lavorato, o lavora tuttora, per una delle più grandi istituzioni svedesi, la Chiesa di Svezia – e anche quest’ultima ha un rappresentante ufficiale nel board della Società svedese di Gerusalemme. Il fatto che un’associazione ostile a Israele abbia stretti rapporti con la Chiesa di Svezia non sorprende affatto: il sottoscritto ha già spiegato in un precedente articolo come la Chiesa di Svezia sostenga il falso e decisamente distorto documento Kairos Palestina.
L’attività principale della Società svedese di Gerusalemme nei territori palestinesi sembra ora consistere nella raccolta di finanziamenti a favore della Scuola svedese del Buon Pastore di Betlemme. Sebbene la scuola, che offre livelli di istruzione dalla prima elementare alle superiori, sia ufficialmente cristiana, il 98 per cento dei suoi studenti proviene da un background musulmano.
E per quanto la Società svedese di Gerusalemme qualifichi la Scuola svedese del Buon Pastore come “una scuola di pace”, Tobias Petersson, direttore del think tank Perspektiv på Israel, ha rivelato che i libri di testo adottati dalla scuola hanno contenuti jihadisti che incoraggiano la guerra santa contro lo Stato di Israele.
Questi manuali rendono omaggio al terrorista palestinese Dalal al-Mughrabi, membro di un commando di 11 terroristi che, l’11 marzo 1978, uccise 38 civili in Israele, tra cui 13 bambini. Inoltre, in quei testi, gli ebrei vengono descritti come bugiardi e corrotti. Petersson ha esaminato altresì i contenuti dei manuali scolastici con i traduttori arabi che vivono in Svezia. E ha anche verificato le traduzioni chiedendo una seconda opinione per confermarne l’accuratezza.
Le cartine geografiche nei libri di testo e sui muri della Scuola svedese del Buon Pastore non mostrano lo Stato di Israele; invece, la sagoma di Israele è stata sostituita da quella identica dello “Stato di Palestina”. La scuola ha aperto le braccia al controverso arcivescovo greco-ortodosso palestinese Atallah Hanna, famoso per le lodi tessute dei terroristi e per le parole piene di odio contro Israele.
La Società svedese di Gerusalemme, secondo le informazioni pubblicate sul suo sito web, raccoglie circa 1,8 milioni di corone all’anno (approssimativamente 182mila dollari; 167mila euro) per sostenere la Scuola svedese del Buon Pastore di Betlemme. In Svezia, chiunque può scegliere di finanziare scuole che indottrinano i bambini al jihadismo, all’antisemitismo e all’incitazione alla guerra, anche se è contrario all’etica. Il problema è che il 65 per cento del denaro elargito alla Società svedese di Gerusalemme proviene dalle offerte raccolte in tutto il Paese dalla Chiesa di Svezia. I donatori appartengono a congregazioni che potrebbero non avere alcun interesse a sostenere tale indottrinamento, e che potrebbero aborrire ogni forma di violenza.
I membri della Chiesa di Svezia potrebbero non sempre condividere l’ostilità nei confronti di Israele appoggiata dal clero. Molti sono persone normali che sono diventate automaticamente membri della Chiesa quando la Chiesa di Svezia era riconosciuta come religione di Stato, prima del 2000, quando tutti i cittadini svedesi diventavano direttamente membri della Chiesa.
La Chiesa di Svezia, come religione di Stato, è stata parte ufficiale dello Stato svedese fino al 2000. Da allora, ha continuato ad essere una delle maggiori istituzioni svedesi, mantenendo un “legame particolare” con lo Stato. La Chiesa riscuote le tasse funebri da tutti i residenti svedesi, indipendentemente dalla religione che professano, ed è responsabile delle attività funebri, tranne nelle municipalità di Stoccolma e di Tranås. Attualmente, il 57,7 percento della popolazione svedese è membro della Chiesa di Svezia, ciò significa che, su una popolazione nazionale che non arriva a dieci milioni di abitanti, la Chiesa di Svezia conta circa 5,9 milioni di membri. Il fatto che un’istituzione così grande come la Chiesa di Svezia raccolga fondi in tutto il Paese per sostenere una scuola che diffonde l’odio e la propaganda bellica dovrebbe essere visto come un enorme problema. La pratica dimostra inoltre che non solo gli aiuti svedesi vanno a organizzazioni che diffondono l’odio, ma anche che le grandi istituzioni presenti nel Paese hanno aperto canali secondari per inviare annualmente milioni di corone svedesi alle scuole, come la Scuola svedese del Buon Pastore, che diffondono altresì l’odio. Per capire quanto sia dannosa questa situazione, si può immaginare cosa succederebbe se una delle più grandi istituzioni di Israele – o di un altro Paese – raccogliesse fondi per sostenere una scuola che insegni ai bambini a odiare la Svezia e a celebrare i terroristi che hanno ucciso cittadini svedesi? Sarebbe ovviamente un grande scandalo e totalmente inaccettabile. Ma in Svezia, questo è esattamente ciò che sta accadendo ora.
La Chiesa di Svezia non nega che il denaro raccolto nelle congregazioni della Chiesa di Svezia sia poi inviato alla Scuola svedese del Buon Pastore attraverso la Società svedese di Gerusalemme. La Chiesa rileva che i libri di testo potrebbero essere intrisi di antisemitismo e di jihadismo. Quando l’Associazione per l’Amicizia tra Svezia e Israele ha avuto un incontro con la Chiesa di Svezia in merito alla Scuola svedese del Buon Pastore e ad altre scuole simili presenti in Cisgiordania e sostenute dalla Chiesa di Svezia, il direttore internazionale della Chiesa di Svezia, Erik Lysén, ha affermato che i valori trasmessi nella scuola prevalgono sul materiale utilizzato nell’insegnamento. E ha aggiunto: “La questione del materiale didattico fa parte del dialogo in corso che la Società svedese di Gerusalemme intrattiene con la direzione della scuola e la questione verrà nuovamente sollevata”.
È deplorevole che una delle maggiori istituzioni ufficiali svedesi, soprattutto una chiesa, stia di fatto elargendo fondi per la promozione di un conflitto sanguinoso tra i palestinesi e Israele sostenendo una scuola che insegna ai giovani palestinesi a odiare. Una chiesa che finanzia l’odio non può mai essere una voce per la pace nel mondo o un esempio di comportamento morale.
Traduzione a cura di Angelita La Spada
Aggiornato il 06 novembre 2019 alle ore 13:12