Europee, i sovranisti avanzano ma non sfondano

Il voto europeo conferma l’avanzata dei sovranisti ma non il loro pieno successo. In Francia, il Rassemblement National di Marine Le Pen supera la République en Marche di Emmanuel Macron, seppure di pochi punti percentuali: 23,2 contro il 21,9 per cento. Nelle ultime settimane, il presidente francese si è speso molto per scongiurare il sorpasso dell’estrema destra annunciato nei sondaggi. Ha provato a chiamare alla mobilitazione il proprio elettorato. Macron sostiene sia un “risultato onorevole” mentre il premier Edouard Philippe fa autocritica: “Quando si arriva secondi in un’elezione non si può dire di aver vinto”.

In Germania, le Europee per la Spd rappresentano il peggiore tonfo della storia. Secondo gli exit poll, i socialdemocratici arrivano, per la prima volta al terzo posto in un’elezione federale, dietro ai Verdi, crollando al 15,7 per cento, dodici punti in meno rispetto al 2014, cinque rispetto alle politiche dell’autunno 2017. La leader, Andrea Nahles ammette che il risultato è “estremamente deludente”. Anche la Cdu va male. Pur restando il primo partito con il 28 per cento, ma perdono sette punti rispetto alle ultime europee e cinque rispetto alle politiche del 2017. E la leader Annegret Kramp-Karrenbauer è già in discussione. Exploit dei Verdi, che con il 21 per cento, sono il secondo partito. L’ultradestra dell’Afd incassa “solo” il 10,6 per cento.

Nel Regno Unito trionfa Nigel Farage, con il suo neonato Brexit Party. I laburisti rischiano di finire al terzo posto, superati anche dal partito liberal-democratico, i conservatori crollano, i verdi crescono, così come gli indipendentisti in Scozia.

In Ungheria, Fidesz, il partito reazionario di Viktor Orbán stravince, conseguendo la migliore performance di sempre, con il 52,3 per cento dei voti. Secondo partito, staccatissimo, il democratico Dk, che si ferma al 16,3 per cento, seguito dai liberali di Momentum al 9,7 per cento e dai socialisti dell’Mszp al 6,6 per cento.

La Spagna va in controtendenza. Vince il Psoe del premier in carica Pedro Sánchez. Il partito conquista il 32,8 per cento dei voti. Quasi dieci punti in più rispetto alle Europee del 2014. Il Pp è al 20,1, sei punti in meno di cinque anni fa. Ciudanos raggiunge il 12,3 e Podemos è al 10,1 e Vox al 6,2. Ma la vera sorpresa si registra nel voto amministrativo. A Barcellona, la sindaca di sinistra Ada Colau è sconfitta da Ernest Maragall, candidato del partito separatista catalano Esquerra Republicana de Catalunya.

 

Aggiornato il 27 maggio 2019 alle ore 15:42