Nigeria: Jihad contro i cristiani

In Nigeria, i cristiani vengono massacrati dai militanti Fulani e dai jihadisti di Boko Haram – e a nessuno sembra importare. La più grave persecuzione di questi cristiani indifesi – che costituiscono metà della popolazione totale della Nigeria – ha avuto luogo soprattutto nella parte settentrionale musulmana del Paese che è governata dalla legge della sharia e nei cosiddetti Stati della “Cintura di Mezzo”, che è una zona di transizione tra gli Stati del nord e del sud.

Secondo l’organizzazione per i diritti umani International Christian Concern (Icc): “A marzo, i militanti Fulani hanno continuato a compiere attacchi in tutta la regione nigeriana della Cintura di Mezzo. Gli attacchi brutali perpetrati da questi intransigenti militanti islamici generano costantemente paura tra i cristiani che vivono nella Cintura di Mezzo, mentre il bilancio delle vittime continua a salire. (...) Il mese scorso (marzo 2019), sono state uccise almeno 150 persone”. Il vescovo nigeriano William Amove Avenya dello Stato di Benue ha dichiarato: “Le tribù Fulani armate fino ai denti stanno uccidendo donne incinte e bambini, e stanno distruggendo le nostre piccole proprietà. Questa è una bomba a tempo che minaccia di innescare l’intera regione. Non possiamo aspettare che si perpetri un genocidio di massa per intervenire”, ha aggiunto.

Qui di seguito sono riportati i maggiori attacchi compiuti a marzo:

4 marzo, 2019: I militanti Fulani attaccano lo Stato di Benue, uccidendo 23 persone.

11 marzo 2019: Le milizie Fulani attaccano Kajuru, bruciando più di cento case e uccidendo 52 persone.

18 marzo 2019: Boko Haram assedia una città a maggioranza cristiana nello Stato di Adamawa, con più di 370mila abitanti.

Il direttore regionale per l’Africa dell’Icc, Nathan Johnson, che di recente si è recato in Nigeria, ha detto al Gatestone che questa violenza letale è iniziata meno di 20 anni fa: “In realtà è iniziata solo nel 2001, dopo che una serie di scontri tra musulmani e cristiani nella regione dell’Altopiano causarono la morte di più di un migliaio di persone e la distruzione di molte chiese. Nel 2018 e nel 2010, ci furono anche delle rivolte mortali e da allora la tensione tra le due comunità è aumentata”.

Johnson ha rilevato che l’attuale violenza, che si è intensificata dall’inizio del 2017, “è leggermente diversa, trattandosi di una serie di attacchi mirati alle comunità cristiane e finalizzati a cacciare gli agricoltori e ad appropriarsi delle loro terre per darle ai pastori”.

Secondo il responsabile dell’Icc, l’ostilità annovera una serie complessa di fattori – socio-economici (pastori contro agricoltori), etnici (soprattutto Fulani contro chiunque, tranne gli Hausa) e religiosi (musulmani contro cristiani) – tuttavia: “Il governo nigeriano e i media mainstream hanno minimizzato il fatto che i musulmani radicali stanno massacrando le comunità cristiane in Nigeria. Preferirebbero considerare la crisi come uno scontro tra due comunità etniche o socio-economiche che si uccidono a vicenda – anche se quasi l’80 per cento delle vittime sono cristiane”.

 E Johnson ha aggiunto: “In Nigeria, i cristiani vengono trattati come cittadini di seconda classe nei dodici Stati del nord, dove viene applicata la legge della sharia. Sono perseguitati in molti modi. Le ragazze cristiane vengono rapite e costrette a sposare uomini musulmani. I pastori vengono rapiti per chiedere un riscatto. Le chiese sono vandalizzate o completamente distrutte. I cristiani che ho incontrato durante il mio recente viaggio in Nigeria, vittime dei Fulani e di Boko Haram, sperano che altri nel mondo esprimano preoccupazione e preghino per loro. Molti non hanno cibo, acqua e riparo, perché sono stati cacciati dalle loro terre e nelle città dove si sono trasferiti non possono coltivare la terra né riescono a trovare lavoro. Centinaia di migliaia di bambini cristiani in tutto il Paese non possono andare a scuola, perché i loro genitori non possono permetterselo, non hanno accesso all’istruzione o temono che i loro figli possano essere attaccati o rapiti mentre si recano a scuola o mentre sono in classe”.

Come l’esperto di Medio Oriente Raymond Ibrahim ha scritto lo scorso anno: “Il governo nigeriano e la comunità internazionale (...) fin dall’inizio hanno fatto ben poco per affrontare la situazione. Questa mancanza di partecipazione non è sorprendente: non riescono nemmeno a riconoscere le sue radici, ossia l’intollerante ideologia del jihad. Di conseguenza, il bilancio delle vittime cristiane non ha fatto che aumentare – e probabilmente continuerà a crescere in modo esponenziale – fino al momento in cui questa realtà non sarà soltanto riconosciuta, ma anche affrontata”.

(*) Gatestone Institute

(**) Nella foto: Abubakar Shekau, leader di Boko Haram

Traduzione a cura di Angelita La Spada

Aggiornato il 03 maggio 2019 alle ore 19:06