Venezuela, López: “Non temo carcere ma non torno indietro”

Stati Uniti e Russia sono divisi dalla crisi in corso in Venezuela. Nel frattempo, si registrano duri scontri per le strade di Caracas. Sono almeno quattro morti accertati. Nicolás Maduro resiste e si mostra in tivù con un gruppo di soldati. E un tribunale di Caracas ha spiccato un ordine di cattura nei confronti dell’oppositore Leopoldo López, liberato da soldati fedeli a Juan Guaidò e attualmente “ospite” nell’ambasciata della Spagna nella capitale venezuelana, ma il governo spagnolo non lo consegnerà.

“Non voglio tornare in carcere, è un inferno. Ma non ne ho paura e non ho paura della dittatura”. Sono le parole pronunciate da Leopoldo López. Il leader dell’opposizione venezuelana ha detto di non avere paura “né del carcere né del presidente Nicolás Maduro”.

Dopo aver chiarito di non essere tornato a casa perché lo avrebbero portato “di nuovo nel carcere militare di Ramo Verde”, López ha sostenuto che “l’insurrezione” guidata da lui e da Juan Guaidò, l’autoproclamato presidente ad interim, ha causato “una frattura del regime”. Lopez ha detto che “si è aperta una crepa. Ed è un colpo alla Forza armata”. Ieri un tribunale di Caracas ha spiccato un ordine di cattura nei confronti di López per aver violato gli arresti domiciliari. La Spagna ha fatto sapere che non consegnerà l’oppositore alla giustizia venezuelana.

Giampiero Massolo, l’ex direttore del Dis (Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza) e attuale presidente di Fincantieri, in un’intervista al Tempo, sostiene che la “soluzione della crisi passa attraverso il cessato appoggio dei militari al governo Maduro”. La crisi venezuelana “durerà a lungo ma non potrà durare infinitamente”. Una crisi, ha sottolineato, il cui “elemento più preoccupante è che travalica il Venezuela e riguarda gli Stati Uniti, la Russia e l’atteggiamento americano nei confronti di Cuba. Quindi in qualche misura à una crisi meno locale di quanto si possa pensare”. Quanto al ruolo dei militari, Massolo ritiene che “alla fine si arriverà a dei termini negoziali che consentiranno di trovare soluzioni soddisfacenti. In questo momento il distacco tra i militari e il regime di Maduro non è ancora avvenuto e l’azione, purtroppo fallimentare di Juan Guaidò, ha dimostrato che la frangia di militari disponibile ad abbandonare il regime è ancora limitata”.

Intanto, Russia e Stati Uniti hanno concordato un incontro tra i capi delle diplomazie dei due Paesi, Serghiei Lavrov e Mike Pompeo. Si svolgerà il 6 e 7 maggio a Rovaniemi, in Finlandia, a margine di una riunione del Consiglio Artico. È quanto ha confermato alla Tass il vice ministro degli Esteri russo Serghiei Riabkov. Al centro dei colloqui dovrebbe esserci la situazione in Venezuela. “Sì, l’incontro è stato concordato”, ha detto Riabkov quando gli è stato chiesto se Pompeo e Lavrov intendessero davvero incontrarsi a una riunione del Consiglio Artico a livello di ministri in programma in Finlandia.

Aggiornato il 03 maggio 2019 alle ore 14:08