Sarebbero centomila i migranti pronti ad imbarcarsi per l’Italia. Se l’escalation militare lanciata dal generale Khalifa Haftar diventasse una vera e propria guerra civile, lo status legale dei profughi muterebbe radicalmente. Per l’Italia non sarebbe possibile rifiutare il loro soccorso. La stima delle centomila persone pronte a partire è riservata, ma sembrerebbe realistica. Intanto, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in Libia è salito a 264 morti e 1.266 feriti il bilancio delle vittime dall’inizio degli scontri armati a Tripoli e dintorni. Nel frattempo, le forze del governo di accordo nazionale libico controllano l’intera area che da Wadi Al Rabie va ad Azizia. Lo ha annunciato in una conferenza stampa il portavoce del ministero dell’Interno del governo riconosciuto dalla comunità internazionale di Tripoli, Abdul Hafez El Mabrouk. “L’assalto di Haftar alla capitale – ha detto il portavoce – rappresenta un piano criminale che vede impegnate non solo le milizie di Haftar, ma anche cellule dormienti nella capitale Tripoli, nel tentativo di diffondere il caos e indebolire la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni, cercando di inviare messaggi in Libia e all’estero sulla mancanza di sicurezza nella capitale”.
Intanto, un aereo noleggiato dall’Unicef è arrivato all’aeroporto di Misurata, nella Libia nordoccidentale, con 18 tonnellate di aiuti di emergenza di cui c’è urgente bisogno. L’obiettivo “è raggiungere i bambini colpiti dal conflitto e le loro famiglie a Tripoli e dintorni e ricordando che gli scontri hanno colpito la vita di circa 1,5 milioni di persone, tra cui mezzo milione di bambini”.
Abdel Rahman Ghandour, rappresentante speciale dell’Unicef in Libia, ha detto che “in tempi di conflitto, i bambini e le famiglie spesso pagano il prezzo più alto. Sin dal primo giorno, l’Unicef e i suoi partner hanno distribuito scorte vitali di acqua, attrezzature igienico-sanitarie, kit medici di emergenza, kit didattici e ricreativi per rispondere alle necessità delle famiglie colpite dal conflitto e degli sfollati. Questo aereo con i rifornimenti è fondamentale per continuare la nostra risposta alle emergenze e ricostituire le scorte”.
I recenti sviluppi in Libia sono stati oggetto dell’incontro di oggi alla Farnesina tra il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi e il suo omologo degli Emirati Arabi Uniti Abdallah Bin Zaied Al Nahyan. Domani, alle 15.30, sempre alla Farnesina, Moavero Milanesi incontrerà il rappresentante speciale del segretario generale delle Nazioni Unite per la Libia, Ghassan Salamé.
“Mentre alcuni si divertono a giocare alla guerra – ha detto il vicepremier Matteo Salvini – in Libia stiamo lavorando per assicurare la pace. Rispetto allo stesso periodo del 2018 gli sbarchi sono diminuiti del 92 per cento, mentre le espulsioni sono triplicate”.
Sulla crisi libica è intervenuto anche il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli nella sede della capitaneria di porto di Augusta. “Non stanno aumentando le partenze dalla Libia nonostante la situazione che abbiamo tutti sotto gli occhi. Se dovesse capitare un aumento degli arrivi valuteremo la situazione ma è bene ribadire che noi non cambiamo politica sull’immigrazione clandestina. I problemi si affrontano quando ci sono e noi stiamo lavorando, come Paese europeo più importante e tra i più importanti in Europa e non solo, per stabilizzare la Libia che altri hanno destabilizzato per motivi che prima o poi dovranno giustificare”.
Aggiornato il 23 aprile 2019 alle ore 18:17