Brexit, May cerca un nuovo rinvio

Theresa May chiede a Bruxelles l’ennesimo rinvio. Il governo britannico è stato costretto a farlo a causa dei ripetuti rifiuti del Parlamento di ratificare un accordo di divorzio. In ogni caso, Downing Street resta impegnata a fare uscire il Regno Unito dall’Unione europea “alla prima opportunità possibile”. Sono queste le parole usate dal ministro per la Brexit Stephen Barclay, intervistato dalla Bbc Radio 4. “Io – ha detto Barclay – non voglio un’estensione lunga e neppure il primo ministro la vuole. Ed è per questo che oggi chiediamo una proroga al 30 giugno. In modo da poter lasciare l’Ue il prima possibile”.

Secondo Barclay, “tutto questo è conseguenza del comportamento del Parlamento, non del governo. L’esecutivo ha concordato un’intesa sulla Brexit con l’Ue. È stato il Parlamento, negando la ratifica, a forzarci nella situazione attuale”.

I 27 leader europei si vedono oggi nella capitale belga per discutere della data della Brexit. Secondo i media internazionali, che citano fonti europee vicine al dossier, si profila un rinvio dell’uscita della Gran Bretagna dall’Ue al 30 marzo 2020. La premier conservatrice ieri ha incontrato Angela Merkel ed Emmanuel Macron. Ha chiesto un rinvio al 30 giugno, mentre alcuni Paesi sarebbero disposti a concederle più tempo.

Secondo la May, il “miglior modo di attuare la Brexit è uscire in modo ordinato dall’Ue e con un accordo”. Lo ha sottolineato la premier nel Question Time del mercoledì ai Comuni, prima di partire per Bruxelles, rispondendo a un deputato brexiteer che chiedeva invece un divorzio “No-deal”. La May s’è detta convinta che “un governo conservatore possa fare un successo di qualunque Brexit”, ma ha insistito sull’obiettivo di un “Deal”, accusando il Parlamento di aver ritardato l’uscita non ratificando finora un accordo.

Comunque, il governo Tory resta contrario all’ipotesi di un secondo referendum sulla Brexit. È quanto ha confermato la stessa premier durante il Question Time, replicando al capogruppo degli indipendentisti scozzesi dell’Snp, Ian Blackford, e ricordando come questa opzione sia stata già bocciata “due volte dalla Camera” dei Comuni.

 

 

Aggiornato il 10 aprile 2019 alle ore 14:10