In Israele oggi va in scena il confronto tra il premier conservatore Benjamin Netanyahu e il centrista Benny Gantz, ex capo di Stato maggiore. Si vota dalle 6 alle 22 (21 ora italiana). Quasi sei milioni di aventi diritto al voto sono chiamati ad eleggere i 120 deputati della Knesset, il Parlamento monocamerale israeliano. Secondo gli ultimi sondaggi, il partito Blu e Bianco di Gantz è in leggero vantaggio sul Likud (il partito del premier uscente). Ma la coalizione guidata da Netanyahu appare favorita per la conquista della maggioranza parlamentare. Per Gantz, “è una giornata di speranza, di unità del popolo. Guardo i cittadini di Israele e dico loro: il cambiamento è possibile. Mi metto a disposizione dello Stato di Israele: assieme prenderemo una nuova strada. Faccio appello a tutti, rispettiamo la democrazia e andiamo a votare”. Netanyahu, che ha votato al seggio di Gerusalemme, insieme alla moglie Sara, è apparso fiducioso. “Con l’aiuto di Dio – ha detto – lo stato di Israele vincerà”. Il premier 69enne è candidato al suo quinto mandato. Sulla carta, sembrano le elezioni più complicate per il leader conservatore.
Intanto, due osservatori del Likud sarebbero stati trovati in possesso di videocamere segrete mentre seguivano il voto nei seggi di Um el-Fahem e di Tamra, due località arabe nel Nord di Israele. Lo ha riferito la televisione pubblica Kan. Il portale Ynet sostiene che il Likud avrebbe installato videocamere in 1.300 seggi arabi. Il presidente della Commissione elettorale, il giudice Hannan Meltzer, ha ordinato una verifica della fondatezza di queste accuse. Ha chiesto anche di verificare se, in caso di una loro conferma, le videocamere abbiano influenzato in qualche modo le operazioni di voto. Da Nazaret (Galilea) si è intanto appreso che ignoti hanno strappato cartelloni elettorali di liste arabe.
Netanyahu, commentando le informazioni relative all’uso di videocamere da parte di osservatori del Likud inviati in seggi arabi, ha detto che “occorre che ci siano videocamere in ogni posto per garantire che le elezioni si svolgano in modo regolare”. I rappresentanti di due partiti arabi, Hadash-Balad e Raam-Taal, hanno già presentato una protesta formale denunciando “un palese tentativo di intimidazione” del pubblico arabo. Da parte sua un portavoce del Likud, l’avvocato Koby Matza, ha lamentato che in diversi casi, osservatori inviati dal suo o da altri partiti di destra non sono riusciti ad entrare in seggi in località arabe perché respinti a forza dai presenti.
Aggiornato il 09 aprile 2019 alle ore 17:14