Venezuela, Gruppo Lima denuncia Maduro

I paesi del Gruppo di Lima hanno denunciato Nicolás Maduro. Hanno deciso di chiedere di intervenire con urgenza, alla Corte penale internazionale (Cpi) e al Consiglio dei diritti umani dell’Onu, in risposta alla “violenza criminale del regime di Nicolás Maduro contro la popolazione civile, per aver negato il loro accesso all’assistenza internazionale. Il che costituisce un crimine contro l’umanità”. È quanto si legge nella dichiarazione finale diffusa al termine della riunione del gruppo tenutasi oggi a Bogotà. Intanto, Juan Guaidò, il presidente ad interim del Venezuela, non ha proposto un intervento militare esterno o l’uso della forza per porre fine al governo “dell’usurpatore”. Eppure, Julio Borges, rappresentante di Guaidò al Gruppo di Lima, aveva sostenuto che l’opposizione venezuelana avrebbe chiesto alla riunione di “presentare posizioni di fermezza, incluso l’uso della forza”.

Nella capitale colombiana, il vicepresidente americano Mike Pence a Bogotà ha appoggiato pubblicamente Guaidò. “Per voi – ha detto – presidente Guaidò un messaggio molto semplice del presidente Trump: siamo con voi al 100 per cento”. Intanto, il Dipartimento al Tesoro americano ha varato sanzioni contro quattro governatori del Venezuela alleati di Maduro, accusati da Washington di aver contribuito a bloccare l’ingresso degli aiuti umanitari nel Paese. Oggi, il presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha manifestato all’Onu “preoccupazione per le violazioni dei diritti umani commesse dal presidente venezuelano in carica, Maduro”. Damares Alves, ministra delle Donne, Famiglia e Diritti umani, parlando al Consiglio per i diritti umani dell’Onu a Ginevra, ha detto che “non possiamo non esprimere la preoccupazione del governo brasiliano per le persistenti e gravi violazioni dei diritti umani commesse dal regime illegittimo del dittatore Maduro. Il Brasile fa appello alla comunità internazionale per unirsi allo sforzo per la liberazione del Venezuela. Invito la comunità internazionale a riconoscere il governo legittimo di Juan Guaidò e chiedere la fine delle violenze del regime contro la sua stessa popolazione”.

Aggiornato il 26 febbraio 2019 alle ore 13:43