“Il Venezuela trionferà contro l’aggressione criminale dell'impero statunitense”. Parola del dittatore comunista Nicolas Maduro, che ha sfidato direttamente Donald Trump con le parole d’ordine della propaganda socialista e rivoluzionaria. “Non ci arrenderemo davanti all'imperialismo e andremo avanti nel nostro sentiero di dignità, di ribellione, di rispetto”, ha dichiarato il successore di Hugo Chávez, denunciando come “inutile” l’assistenza umanitaria inviata al Venezuela dall’estero e bloccata dall’esercito al confine, perché il Paese dispone “di tutte le condizioni per un grande salto produttivo” e comunque “i presunti aiuti” sono solo “uno show”. Parole grosse, che fanno però a pugni con la realtà, visto che ieri nel porto venezuelano di La Guaira è arrivata una nave con a bordo 64 container contenenti medicinali di vario tipo, che il ministro della Salute, Carlos Alvarado, ha indicato come “frutto di accordi con Cuba e Cina”. Assistenza e medicine servono, insomma, a prescindere dalle sparate di Maduro, ma solo a condizione che arrivino da altri paesi comunisti e non dai crudeli sostenitori del capitalismo.
La verità, come spiega l’oppositore storico ed ex candidato alla presidenza (sconfitto con i brogli del regime), Henrique Capriles, è che ormai “Maduro non riesce a ingannare nemmeno il Papa”. “Dieci volte l'usurpatore ha usato il Vaticano per truffare i venezuelani – dice Capriles, commentando la lettera che Bergoglio ha inviato al dittatore, rivelata ieri dal Corriere della Sera - oggi il pontefice ricorda al ‘signor Maduro’ i suoi inganni quando si è trattato di stare ai patti”. Anche la dirigente antichavista Maria Corina Machado sottolinea come nella sua lettera Bergoglio si rivolga al “signor Maduro”, il che dimostrerebbe “un cambiamento di posizione, perché vuol dire che non lo riconosce come presidente, perché di fatto non lo è”. “Papa Francesco ha ascoltato il clamore del popolo del Venezuela, tanto dei fedeli come dei sacerdoti e dei vescovi”, conclude la Machado.
Un sentimento, quello dell’opposizione democratica venezuelana, che sembra risuonare anche nelle parole del cardinale Baltazar Porras, amministratore apostolico dell'arcidiocesi di Caracas, il quale in un’intervista al quotidiano spagnolo El Pais ricorda: “L'immensa maggioranza del popolo venezuelano vuole un’uscita pacifica, con il minor trauma possibile dalla crisi”, ma in tutti i tentativi precedenti di negoziazione “il regime lancia un appello al dialogo quando si sente con l'acqua alla gola, e poi quando l'acqua scende un po' si dimentica di tutto”.
Sulla lettera di Papa Francesco a Maduro, Porras dice che “non è un segreto che ci sono state varie offerte” di mediazione da parte della Chiesa, come quando “con buona volontà il Papa ha appoggiato il dialogo nel 2015 e 2016, che è risultato una burla. Questo ha portato alla lettera inviata dal cardinale Parolin nel dicembre del 2016, che è rimasta senza risposta”, nella quale il responsabile della Segreteria di Stato vaticana ha stabilito una lista di impegni disattesi dal governo.
“Nella sua mediazione – continua Porras - il Vaticano è stato tratto in inganno. E, nell’ultimo incontro con Papa Francesco, Maduro ha presentato offerte che poi non ha mantenuto”. Anche per il porporato venezuelano, insomma, il governo Maduro è illegittimo legalmente, “in base alla Costituzione”, ma per la Chiesa c’è anzitutto “una illegittimità morale nell’esercizio del potere, che deve essere usato per il benessere e il progresso, quando invece è successo esattamente il contrario”. “ll governo – conclude il cardinale - ha creato un potere parallelo, che amministra tutto, il che dimostra che quello che gli interessa non è la gente, ma solo il potere”. È il socialismo, bellezza!
Aggiornato il 14 febbraio 2019 alle ore 13:12