Venezuela, Di Maio replica a Guaidò

Luigi Di Maio risponde a Juan Guaidó. Il vicepremier, in una lettera di replica al presidente ad interim venezuelano, pubblicata da “Avvenire”, sostiene di essere ben consapevole che il Venezuela stia “attraversando un periodo storico complesso e doloroso. Al riguardo è mia piena convinzione che il governo italiano debba evitare ogni ingerenza esterna e come ha già fatto rendersi disponibile come mediatore tra le parti per aiutare il Venezuela a tracciare un percorso comune di legittimazione politica che arrivi attraverso nuove elezioni, libere e monitorate da organismi internazionali”.

Di Maio prova a motivare la neutralità italiana rispetto alla crisi di Caracas. “Siano i venezuelani a decidere del loro futuro – scrive –in modo pacifico e democratico e soprattutto alle urne. Ritengo necessario che il governo italiano mantenga una linea di neutralità e di non ingerenza sul processo che condurrà a tali elezioni, incoraggiando piuttosto un dialogo costruttivo tra le parti, anche con l’obiettivo di non alimentare un’ulteriore divisione a livello internazionale e le sue possibili conseguenze in termini di destabilizzazione del Paese”.

Di Maio reputa “le parole di Papa Francesco molto importanti e una sua risposta a questo appello sarebbe un gesto utile all’instaurazione di un dialogo”. Il leader grillino annuncia che “il ministro degli Esteri italiano Moavero sarà a Montevideo per partecipare al vertice ministeriale del gruppo di contatto internazionale sul Venezuela a lavorare per quest’obiettivo, che consideriamo l’unica via percorribile per il futuro del popolo venezuelano”.

Frattanto, Guaidò ha incontrato i rappresentati dell’Unione europea. Il presidente dell’Assemblea nazionale ha ringraziato per il riconoscimento formale come presidente ad interim del Venezuela. Il leader dell’opposizione ha “conversato con rappresentanti Ue per consolidare il loro appoggio e la transizione democratica” in Venezuela.

In un’intervista esclusiva a Sky Tg24, Guaidò fa “un appello affinché tutti quelli che possono aiutarci, come il Santo Padre, possano collaborare per la fine dell’usurpazione, per un governo di transizione, e a portare a elezioni veramente libere in Venezuela, al più presto. Sarei felice di ricevere il Papa nel nostro Paese, un Paese molto cattolico, molto devoto, di grande tradizione religiosa”.

Ma il contestato presidente Nicolás Maduro, “oscurato” dall’attivismo di Guaidò, dice la sua a proposito della richiesta di aiuti umanitari avanzata dal leader dell’opposizione. “Nell’ambito del nostro Piano permanente di attenzione al settore della Sanità – annuncia Maduro su Twitter – abbiamo creato il Centro nazionale di elettromedicina, con professionisti delle nostre università pubbliche, per progredire nella riparazione e manutenzione di tutte le attrezzature ospedaliere del Paese”.

 

Aggiornato il 07 febbraio 2019 alle ore 19:06