Venezuela, Maduro e Guaidò si contendono il petrolio

Nicolás Maduro difende il petrolio venezuelano. Nel pieno della crisi economica e istituzionale, ieri sera il presidente venezuelano ha assicurato a Caracas che “prenderà tutte le misure legali, tecniche e commerciali per difendere gli interessi” del suo Paese negli Stati Uniti, dopo l’annuncio da parte del Dipartimento di Stato di sanzioni, definite “illegali, criminali”, contro l’impresa venezuelana Pdvsa (Petroleos de Venezuela) e la sua principale filiale di raffinazione Citgo, che opera in territorio statunitense”. In un intervento televisivo, Maduro ha detto: “Attento Venezuela! Gli Stati Uniti hanno deciso di intraprendere il cammino di rubare l’impresa Citgo e si tratta di un cammino illegale. Questo dimostra che l’obiettivo statunitense è di portarci via le ricchezze”.

La Pdvsa rappresenta la “cassaforte” del Paese. È una sorta di Stato nello Stato. Un colosso energetico che produce, raffina e vende petrolio. Il principale terreno di scontro tra Maduro e l’autoproclamato presidente Juan Guaidò riguarda proprio la Pdvsa. La reazione di Maduro è successiva all’annuncio di Guaidò, che affiderà all’Assemblea nazionale nuove “importanti” azioni per “proteggere il popolo venezuelano e accelerare la transizione politica”. La prima decisione è quella di nominare nuovi vertici della compagnia petrolifera e della filiale statunitense Citgo. Quella di Guaidò è una mossa concertata con gli Stati Uniti: l’annuncio di sanzioni per bloccare gli asset di Citgo (le filiali di Pdvsa in territorio statunitense). In un comunicato diffuso lunedì notte Guaidò ha dato il via al programma di “presa di possesso progressiva e ordinata dei fondi della nostra Repubblica che si trovano all’estero”.

Aggiornato il 29 gennaio 2019 alle ore 13:59