Brasile, Bolsonaro alla guida del Paese

È iniziata ufficialmente l’era di Jair Bolsonaro. Il neo presidente brasiliano ha sfilato con la moglie Michelle a bordo di una Rolls Royce scoperta. Nel suo breve discorso dopo l’insediamento ufficiale, ha puntato, ancora una volta, sui temi che lo hanno visto trionfatore della campagna elettorale: dalla lotta alla corruzione alla tolleranza zero contro la criminalità. Infine, le riforme politiche ed economiche. L’obiettivo è chiaro: un “patto nazionale che consenta di tracciare sentieri innovativi per un nuovo Brasile e cambiare il destino del Paese”. Bolsonaro ha detto che il Brasile sarà liberato “da restrizioni ideologiche per ricostruire il rispetto della sua tradizione giudaico-cristiana”.

Frattanto, l’ex presidente Lula da Silva, dal carcere, stigmatizzando l’elezione di Bolsonaro, ha scritto un appello “alla lotta e alla resistenza”. Bolsonaro sconta le recenti critiche sulla composizione del suo esecutivo, fortemente sbilanciato verso l’ambiente militare. “Ho scelto i ministri – ha detto il presidente – in base a considerazioni tecniche”. Nella compagine governativa, tre nomi svettano sugli altri: il primo è quello dell’ex Chicago Boys Paulo Guedes, nominato ministro dell’Economia, teorico delle privatizzazioni a tutti costi; il secondo, è Sergio Moro, il magistrato dell’inchiesta Lavajato, responsabile della condanna di Lula, nominato ministro della Giustizia e della Sicurezza pubblica; il terzo nome è quello del ministro degli Esteri Ernesto Araujo, diplomatico filo-trumpiano. Quanto alle alleanze internazionali, Bolsonaro può contare, naturalmente sull’inquilino della Casa Bianca e sul premier israeliano Benjamin Netanyahu, presente alla cerimonia di insediamento. In Europa, fra gli amici del presidente brasiliano, possono essere annoverati il vicepremier Matteo Salvini e il presidente ungherese Viktor Orbán.

Aggiornato il 02 gennaio 2019 alle ore 18:47