Parigi approva la manovra, deficit schizza al 3,2%

Il rullo compressore dei gilet gialli scuote la manovra di Emmanuel Macron, con un rapporto tra deficit e Pil schizzato al 3,2% nel 2019 contro il 2,8% inizialmente previsto. Il cosiddetto “Projet de loi de finances” è stato approvato dall’Assemblea Nazionale con 182 voti a favore e 52 contrari, dopo tre mesi di dibattito e trattative, a volte aspre, in parlamento. Intervenendo in aula, il ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, ha promesso un rapido ritorno nei parametri di Maastricht. “Ho ricordato a Bruxelles che la linea del governo resta quella di un risanamento dei nostri conti pubblici. La Commissione Ue ha perfettamente osservato le circostanze eccezionali in cui si trova la Francia”. Parlando ai microfoni di CNews, la ministra per gli Affari europei, Nathalie Loiseau, ha garantito che Parigi rientrerà “sotto al 3% entro il 2020”. “L’Europa - ha aggiunto - non è qualcosa che volta le spalle alle urgenze sociali”. Un riferimento alla rivolta dei gilet gialli cominciata il 17 novembre e che ha costretto Macron a concedere - nel giro di appena quattro settimane - misure aggiuntive da 10 miliardi per disinnescare le proteste sul potere d’acquisto. Nella finanziaria sono stati aggiunti il promesso stop agli aumenti delle accise sul carburante (stimato ad almeno 2 miliardi) nonché l’estensione dei sussidi ai nuclei più modesti (la cosiddetta Prime d’activité). Altre misure annunciate, come la detassazione degli straordinari o l’annullamento della contribuzione sociale generalizzata (CSG) per i pensionati che guadagnano meno di 2.000 euro al mese, verranno approvate separatamente, entro Natale.

Nella manovra bleu-blanc-rouge il deficit aumenta di “8,5 miliardi di euro rispetto alla prima lettura”, ha precisato il ministro dei Conti Pubblici, Gérald Darmanin. Secondo le stime, il rapporto deficit Pil dovrebbe dunque schizzare al 3,2% per il 2019 (includendo pero’ la riforma una tantum del Cice ‘Crédit d’Impôt Compétitivité Emploi’ senza la quale sarebbe invece sceso al 2,3%). Dopo quasi un decennio in procedura per deficit eccessivo, la Francia di Macron era riuscita a chiudere il contenzioso con Bruxelles appena 6 mesi fa, lo scorso giugno. Per il presidente ‘primo della classe’ in Europa l’idea era quella di andare avanti col risanamento, anche perché il debito pubblico della Francia sfiora ormai la soglia simbolica del 100% del Pil. Buoni propositi che pero’ non consideravano l’arrivo a sorpresa delle casacche gialle, il movimento spontaneo di cittadini che ha costretto il presidente in caduta libera nei sondaggi a rinviare le sue ambizioni sui conti pubblici. Con l’indulgenza del commissario Ue, Pierre Moscovici, che in questi ultimi giorni si è mostrato molto comprensivo rispetto alla necessità di rispondere alla contestazione dei cittadini nel suo Paese d’origine.

Aggiornato il 21 dicembre 2018 alle ore 10:55