Le ragazze scandinave in Marocco: “Incomprensione globale”

Circoscrivere quanto accaduto in Marocco, in riferimento allo sgozzamento delle due ragazze scandinave, Louisa Vesterager Jespersen, danese e Maren Ueland, norvegese, alla mera osservazione dei fatti avvenuti nell’area può presentarsi limitativo.

Una lettura più ampia deve essere fatta sia sul grande sforzo di laicizzazione giuridica che da decenni i sovrani marocchini portano avanti, sia su quanto sta accadendo nella penisola scandinava, ovvero il fallimento della politica di integrazione. Hassan II prima ed il figlio Moḥammed VI poi, sovrani “illuminati” marocchini, hanno operato al fine di riformare, la Mudawwana (riforma avvenuta nel 2004) conosciuta come Codice di Statuto Personale Marocchino, riguardante il diritto di famiglia. Tale Codice, espressione della Scuola di Diritto Coranico Malikita, è una delle massime manifestazioni di laicità giuridica derogante la Sharia, riguardo ai diritti delle donne nel mondo islamico. La sua importanza è tale che l’applicazione ha destato e desta, nella parte più integralista e non della popolazione musulmana, forti disapprovazioni. I contenuti principali di questa determinante riforma del Diritto di Famiglia marocchino, possono essere sintetizzati nel concetto di abolizione dell’Istituto della “famiglia patriarcale”. Brevemente, nel Codice viene legiferato che la poligamia deve essere espressamente autorizzata da un giudice e solo in casi particolari, non analizzabili in questo contesto, e comunque con il consenso della moglie; il divorzio non può essere dichiarato unilateralmente, tramite il ripudio maritale, ma chiesto davanti ad un giudice che ne determinerà le condizioni; l’età minima legale per il matrimonio passa da 15 a 18 anni. Altri importanti articoli interessano le pene per uomini che commettono molestie sessuali; è ammesso il matrimonio senza il consenso paterno; la fedeltà della moglie verso il marito, che è il principio tradizionale del diritto matrimoniale, nella Mudawwana modificata viene ordinata la “fedeltà reciproca”.

Detto questo il Marocco rivela, dal punto di vista giuridico, una ragionata omogeneità con le percezioni normative esistenti in ambito non islamico. Tale sistema giudiziario e normativo è osservato e imposto in ambiti sociologici complessi come grandi città o centri urbani. Bisogna, tuttavia, valutare anche le peculiarità geografiche del’area Nord africana, dove esistono ampi territori tendenzialmente desertici e con bassissime densità abitative, che sono difficilmente recettive alle norme giuridiche statuite. L’area della catena montuosa dell’Atlante, estesa lungo la frontiera del Sahara dove sono stati ritrovati i corpi violentati e massacrati delle due ragazze scandinave, rappresenta un territorio che può sfuggire ad un efficace controllo statale. Gli Stati di provenienza di Louisa e Maren stanno sperimentando sulla società il fallimento di una spinta integrativa forzata sulla popolazione immigrata. Nell’area scandinava, tramite i midia, ancora poco si percepisce il forte disagio sociale che sta investendo la popolazione autoctona, tuttavia, l’emittente televisiva norvegese Nrk ha mandato in onda un servizio circa una violenta aggressione della quale sono stati vittima alcuni suoi inviati nel quartiere di Rinkeby di Stoccolma. Tale quartiere è noto per la forte emarginazione sociale presente, per la imponente densità di immigrati e per essere ormai sfuggito al controllo della polizia svedese, come viene dimostrato in un video registrato in quell’area che come altre vengono dette “no-go-zone”. La maggior parte delle aggressioni che avvengono a carico della popolazione scandinava da parte di immigrati sono di origine sessuale.

Da un recente rapporto emanato dalla polizia svedese si evince che la Svezia statisticamente si colloca al vertice dei paesi dell’Unione Europea per quanto concerne le violenze sessuali, lo stalking e le violenze fisiche a carico delle donne autoctone e non. Il fenotipo del reo si riscontra nei minori richiedenti asilo, nei profughi minorenni non accompagnati e in uomini stranieri. Inoltre il Socialstyrelsen, ovvero il Comitato Nazionale per la Sanità ed il Welfare, stima che le donne in Svezia che hanno subito mutilazioni genitali per “consuetudine”, sono quasi 40mila. Tali situazioni hanno portato, nelle elezioni di settembre del 2018, il partito di estrema destra, Sverigedemokraterna, al 17,6 per cento dei voti, considerato dagli osservatori politici il vero vincitore della tornata elettorale. Alla luce dei risultati, il leader dei Democratici Svedesi, Jimmie Akesson, ha manifestato la volontà di determinare la vita politica svedese con i propri programmi, in particolare: il contrasto dell’immigrazione, il contrasto alla islamizzazione e la difesa della cultura svedese.

Anche la Norvegia con Fremskrittspartiet, Partito del Progresso al 15,2%, populista e conservatore, e la Danimarca con il Dansk Folkeparti al 21,1%, Partito Popolare Danese, quest’ultimo con tendenze sempre più populiste, manifestano gli stessi programmi politici sull’immigrazione del Sverigedemokraterna svedese. Quello che si evince da questa breve analisi, è un verosimile fallimento, come viene definito dalla “politica scandinava”, dell’Integrationpolitik, che si basava, per quanto riguarda la Svezia, sul decreto governativo denominato Sweden, the future and diversity – from immigration policy to integration policy (anno 1997). Ritengo che il Marocco abbia con convinzione teso “la mano” verso una necessaria coesione sociologica, così altri Stati, come quelli scandinavi, hanno ugualmente agito, ciò nonostante la diffusa “non conoscenza” cronica e radicale, la scarsa percezione del relativismo culturale contemporaneo, rendono poco agevole la strada per una possibile sintonia globale.

Aggiornato il 20 dicembre 2018 alle ore 12:58