Recount in Florida: nessuna speranza per i Democratici

Tanto rumore per nulla. Il recount automatico - obbligatorio per legge - nelle corse per il Senato (il repubblicano Rick Scott contro il democratico Bill Nelson) e per il posto di governatore (il repubblicano Ron DeSantis contro il democratico Andrew Gillum), sembra non lasciare alcuna speranza ai Democratici. Nel caso dello scontro DeSantis-Gillum, il candidato repubblicano - al termine del machine-recount - ha conservato i quasi 34mila voti di vantaggio nei confronti del rivale. Il recount, infatti, gli ha assegnato un margine di 33.683 voti (contro i 33.684 calcolati negli giorno delle elezioni): un vantaggio sufficiente per evitare il conteggio manuale che scatta con margini inferiori allo 0,25%.

Nel caso del Senato, invece, il recount manuale ci sarà, perché lo scarto tra Scott e Nelson è inferiore (12.603 voti), anche se è addirittura cresciuto dopo il machine-recount. Si tratta, in ogni caso, di numeri che non lasciano alcuno spazio alle speranze del candidato democratico, senatore uscente. Storicamente, infatti, non ci sono precedenti di una rimonta così sostanziosa nei recount che si sono svolti fino ad oggi negli Stati Uniti. Secondo una ricerca effettuata sul database di FairVote, la media di voti recuperata (o persa) nei recount a livello statale che si sono svolti dal 2000 al 2015, è inferiore allo 0,02%. Mentre il margine di DeSantis è dello 0,15%. In termini di numero di voti, invece, il movimento più vistoso è stato di 1.247 voti (proprio in Florida, nel 2000). A Gillum servirebbe un risultato superiore di dieci volte.

Perso il Governatore, insomma, per mantenere il proprio seggio al Senato ai Democratici, più che un recount, servirebbe un miracolo.

 

Aggiornato il 16 novembre 2018 alle ore 13:07