Trump esulta per Kavanaugh, “È una grande vittoria”

La “vittoria” di Donald Trump porta il nome di Brett Kavanaugh. Il presidente americano esulta per la conferma del giudice alla Corte Suprema. “È una notte storica, una grande vittoria per il nostro Paese”, sostiene il tycoon parlando per 70 minuti ad 11mila persone osannanti. Ma fuori dalla Landon Arena di Topeka, in Kansas, le proteste non si placano. Decine di manifestanti criticano il Senato e i repubblicani, per avere “confermato una persona inadatta alla Corte Suprema e, soprattutto, non aver ascoltato la denuncia di Christine Ford”. Ma il messaggio di Trump è chiaro: “Andate a votare a novembre. Il perché è evidente: avete visto di cosa sono capaci i democratici, pensate cosa succederebbe se salissero al potere”. Per Trump, “sono il partito del crimine, sono dei piromani pronti a bruciare il paese”. Il presidente accusa l’opposizione di una “campagna vergognosa per distruggere Kavanaugh. Una campagna che ha rivelato chi sono veramente i democratici. Sono troppo pericolosi per salire al potere, vogliono il socialismo, quello stile Venezuela”.

In realtà, Trump gongola, soprattutto, per i successi sul campo economico: la disoccupazione è scesa ai minimi dal 1969, al 3,7 per cento. Grazie a questi numeri, Trump è convinto di vincere le elezioni di metà mandato in programma a novembre. Appena sale sull’Air Force One Trump torna ad attaccare, via Twitter, l’opposizione: “Non servono dei fiammiferi per essere un piromane. I democratici sono diventati troppo estremi e troppo pericolosi per governare. Votate per i repubblicani”. L’incognita decisiva del voto sarà l’afflusso, e soprattutto quante donne voteranno. I democratici ritengono che un’elevata partecipazione femminile li favorisca dopo la vittoria di Kavanaugh a danno di Christine Ford, la sua accusatrice, e di tutte le donne che hanno subito violenze. I democratici, non puntano sulla sfida immediata del mid-term, quanto a quella, decisiva del 2020. Le elezioni presidenziali.

Si scaldano l’ex vice presidente Joe Biden, il miliardario Michael Bloomberg e allo “sceriffo” di Wall Street Elizabeth Warren. Oltre ai meno noti: il senatore del New Jersey Cory Booker e la senatrice californiana Kamala Harris. Che, in verità, rappresentano una possibile speranza per i democratici. Nel frattempo, il leader dei repubblicani in Senato Mitch McConnell ironizza sull’opposizione. “Sono riusciti – sottolinea – dove noi non siamo arrivati, ovvero dare carica alla nostra base”, ringraziando i democratici. E pare che McConnell abbia proprio ragione. Secondo gli strateghi politici, lo scontro su Kavanaugh avrebbe ridato fiducia e voce ai conservatori. Alle urne il 6 novembre ci sono in palio 435 seggi alla Camera e 33 in Senato. L’esito del voto è ritenuto decisivo da tutti gli schieramenti in campo, incluso il presidente. Ovviamente, un Congresso tutto democratico potrebbe avviare l’impeachment di Kavanaugh, per chiedere il quale è già iniziata una petizione che in poche ore ha raccolto oltre 130mila firme. Ma, la vita di Trump è complicata, soprattutto, dalle indagini sul Russiagate.

Aggiornato il 08 ottobre 2018 alle ore 13:15