Mahdi, il candidato del compromesso iracheno

L’Iraq vive la vigilia di una fase di svolta. Il nuovo presidente del Paese, il leader curdo Barham Salih, ha conferito l’incarico per la formazione del nuovo governo allo sciita Adel Abdul Mahdi. Una decisione che ha destato clamore. Perché si tratta di un candidato di compromesso. Il 76enne Mahdi, infatti, non milita nel principale partito sciita iracheno Dawa. Per queste ragioni, viene considerato un “politico indipendente”. In realtà, è un economista che ha ricoperto il ruolo di ministro del Petrolio. Secondo la Costituzione irachena ora ha a disposizione un mese per decidere la lista dei ministri e ottenere la fiducia del Parlamento.

La decisione di nominare Mahdi alla guida del governo suona come uno “schiaffo” a Stati Uniti e Iran. Ecco il vero motivo che fa registrare lo sconcerto degli osservatori internazionali. Non è un mistero che il favorito di Washington fosse il primo ministro uscente, Haidar al Abadi, considerato un moderato e primo candidato sciita che ha parlato nelle zone a maggioranza curda e sunnita. D’altro canto, l’Iran puntava su due candidati: Nuri al Maliki, predecessore di Abadi e Hadi al Amiri, leader della milizia sciita vicina al governo iraniano. La tesi condivisa dagli analisti ritiene che il presidente Salih abbia affidato l’incarico di formare il governo ad Abdul Mahdi per scongiurare una nuova crisi politica in Iraq.

Aggiornato il 04 ottobre 2018 alle ore 16:40