Salisburgo, confronto tra sovranisti ed europeisti

Il tema centrale è sempre la questione migranti. A Salisburgo va in scena il confronto tra tra sovranisti ed europeisti, nell’ambito del vertice informale tra i capi di Stato e di governo dell’Unione Europea. Ieri, il presidente del Consiglio UE Donald Tusk ha detto che è necessario “mettere fine al gioco delle colpe sull’immigrazione. Non possiamo più essere divisi fra coloro che vogliono risolvere il problema e coloro che vogliono usarlo per un guadagno politico. Nonostante la retorica aggressiva, le cose vanno nella direzione giusta”. Il premier Giuseppe Conte, arrivando in Austria, ha voluto chiarire la posizione italiana: “Siamo distanti dagli appuntamenti elettorali”. Per queste ragioni, “il tema dei migranti non può esser affrontato in termini emergenziali. Ma dev’esserlo in termini strutturali, assumendosi la responsabilità di una strategia politica articolata e complessa”. Secondo il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani è necessario “risolvere rapidamente la riforma delle regole di Dublino”. L’Alta rappresentante della politica estera UE Federica Mogherini ha dichiarato che “tutti gli Stati membri sono favorevoli a portare avanti l’operazione “Sophia”, ma non c’è ancora accordo su come risolvere la questione degli sbarchi. È possibile trovare una soluzione ragionevole e sostenibile, con senso di responsabilità e solidarietà”.

Il padrone di casa, il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, in un’intervista al quotidiano “Standard” ha sostenuto che “Italia, Spagna e Grecia sono reticenti all’idea di far sì che l’agenzia Frontex possa dispiegare il suo personale alle frontiere europee. Dobbiamo convincerli”. Il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker ha proposto da tempo di aumentare a 10mila entro il 2020 il numero di guardie di Frontex, consentendo loro di agire sulle frontiere. Questa posizione ha trovato il sostegno di Angela Merkel ed Emmanuel Macron. Naturalmente, la linea del premier ungherese Viktor Orbán, è opposta. “Siamo capaci – ha detto – di proteggere da noi le nostre frontiere”. Frattanto, a Salisburgo si discute anche di Brexit. Juncker sostiene che l’accordo sia “lontano”. Il Regno Unito e l’Unione Europea non riescono a trovare una sintesi. Theresa May ieri sera a cena ha comunicato la propria idea. Una soluzione che la frangia più estrema dei Tories, capitanata dall’ex ministro degli Esteri Boris Johnson, ha liquidato con disprezzo, definendola “Soft Brexit”.

Aggiornato il 20 settembre 2018 alle ore 12:10