Libia, Unhcr denuncia: “Atrocità contro i rifugiati”

“Atrocità indicibili commesse contro i rifugiati e i richiedenti asilo nelle strade di Tripoli, perfino su un bambino di un anno”. Sono le drammatiche parole contenute nell’atto d’accusa dell’Unhcr. Dopo la guerriglia degli ultimi giorni, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, denuncia il “drastico deterioramento della condizione di numerosi rifugiati e dei migranti che si trovano nelle aree urbane”. Secondo l’agenzia, nonostante la tregua, gli scontri vanno avanti. “Stupri, rapimenti e torture – si legge nella nota – sono stati consumati contro rifugiati e richiedenti asilo Tripoli”. Una donna ha detto all’Unhcr di essere stata abusata da persone non identificate, che hanno rapito il marito. Di più. Avrebbero molestato anche il figlio di un anno.

Secondo l’Alto commissariato, “molti rifugiati erano detenuti in aree vicine agli scontri e a rischio di essere colpiti dai razzi. Migliaia sono fuggiti dai centri di detenzione, in un disperato tentativo di salvare le loro vite”. L’agenzia invoca “misure alternative alla detenzione, e in particolare l’uso immediato della struttura di raccolta e partenza a Tripoli, che fungerà da piattaforma per raggiungere la sicurezza in Paesi terzi e che sarà gestita dal ministero degli Interni libico e dall’Unhcr. La struttura ha la capacità di ospitare mille rifugiati vulnerabili e richiedenti asilo ed è pronta per l’uso”. Per l’agenzia, occorre “una forte azione istituzionale per colpire i trafficanti responsabili”.

Aggiornato il 10 settembre 2018 alle ore 12:04