Brexit, May dice “no” a un secondo referendum

Theresa May è assolutamente contraria alla possibilità di un secondo referendum sulla Brexit. Per la premier britannica, “sarebbe un tradimento della nostra democrazia”. E rivendica la bontà dell’accordo con l’Unione Europea. “Non farò compromessi che minacciano l’interesse nazionale del Regno Unito”, sostiene la leader conservatrice. L’intenzione della premier è di arrivare ad un’intesa con la UE entro il vertice di ottobre. Il divorzio definitivo, che dovrà essere ratificato da tutti i Parlamenti europei, è fissato il 29 marzo 2019. Eppure, all’interno dell’universo tories il malcontento è palese. L’ex presidente della Rolls-Royce Simon Robertson è favorevole ad una seconda consultazione popolare sulla Brexit.

Ma è il fronte interno che preoccupa, soprattutto, la May. A partire dal congresso annuale del partito. In quel contesto, lo storico competitor Boris Johnson potrebbe essere pronto a prenderne il posto a Downing Street. Secondo indiscrezioni del Sunday Times, l’ex-consulente elettorale della May sir Lynton Crosby pare stia già lavorando per Johnson. Per il quotidiano, sull’altro fronte, quello laburista, c’è chi vuole scalzare Jeremy Corbyn. Il leader progressista è accusato di antisemitismo anche dai membri del partito. Pare sia imminente una raccolta di firme tra i deputati per un nuovo voto di sfiducia. Si tratterebbe del terzo tentativo in tre anni. Corbyn vive un autentico paradosso: è odiato dai dirigenti ma è acclamato dalla base.

Aggiornato il 03 settembre 2018 alle ore 13:08